«Vedere umiliato il lavoro di anni, la rispettabilità e l’integrità dei dirigenti, dei funzionari e dei dipendenti lede non solo l’amministrazione comunale, ma l’intera comunità rendese». A dirlo, in una nota stampa, il vicesindaco e assessore al Welfare del Comune di Rende, Annamaria Artese, raggiunta in queste ore dalla sospensione delle cariche in seguito all’inchiesta da parte della Procura di Cosenza in cui è coinvolta.

«Abbiamo sempre agito  - dichiara - nella massima trasparenza degli atti amministrativi, eccedendo spesso per zelo nel ripristinare un settore così importante che per anni era stato minato da politiche scellerate e clienteliste. Basti pensare alla gestione del centro anziani e del centro minori e a ciò che, fatture alla mano, abbiamo trovato. Per questo auspichiamo che, quanto prima, si svolga l’interrogatorio per dare luce a una vicenda che si nutre, al momento, di atti parziali».

Secondo Artese, «le politiche sociali si fanno con i fatti e non con le parole e quello che abbiamo realizzato in questi anni è un vero e proprio miracolo di resilienza. Il nostro welfare è modello virtuoso, più volte replicato in altri enti, che promuove - continua -  un processo di empowerment di comunità attraverso una rete con associazioni, enti di categoria. Alla luce di quanto sinora fatto, degli sforzi profusi dal personale per il bene comune, appare ancora più incomprensibile questo attacco alle istituzioni. Per questo, ne siamo certi, la giustizia saprà fare il proprio corso accertando la legalità e ripristinando lo stato delle cose».

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