“Il fatto non sussiste”: questa la motivazione della sentenza per i due accusati di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo celebrato con rito abbreviato
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Si chiude con un'assoluzione "perché il fatto non sussiste" per Pasqualino Ruberto, ex consigliere comunale e candidato a sindaco, e per Giovanni Paladino, padre dell'ex consigliere comunale Giuseppe, il processo di primo grado celebrato con rito abbreviato nato dall'inchiesta Crisalide. L'accusa nei loro confronti era di concorso esterno in associazione mafiosa.
L’operazione scattò all’alba del 23 maggio 2017 andando a smantellare la cosca Cerra- Torcasio – Gualtieri, coinvolgendo decine e decine di indagati, con accuse, a vario titolo, dall’associazione di stampo mafioso, al traffico di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato, rapina. Un’inchiesta chiave Crisalide, zoccolo duro della relazione alla base dello scioglimento del Comune di Lamezia Terme, visto il coinvolgimento di consiglieri comunali e loro prossimi. Nodo centrale la campagna elettorale del 2015 e i presunti tentativi di manipolarla. E la “parte politica” dell’indagine è solo un aspetto di una ben più ampia e radicata attività investigativa che ha documentato come la cosca avesse, ormai, un vero e proprio controllo del territorio, esercitato tramite danneggiamenti, estorsioni e spaccio. Parti civili che in questo processo si sono costituiti i fratelli Francesco e Pasquale Butera e Antonio Crapella, difesi dall’avvocato Santino Piccoli; la Comunità Progetto Sud, Luigi Angotti, il cui forno venne fatto saltare in aria a marzo 2017 (risarcimento quantificato in trenta mila euro), l’associazione Antiracket Ala affiancata dall’ avvocato Carlo Carere (risarcimento quantificato in dieci mila euro); la Presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell’Interno con l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Catanzaro (risarcimento quantificato in cinquanta mila euro) e il Comune di Lamezia, rappresentato dall’avvocato Caterina Restuccia (risarcimento quantificato in 80mila euro). Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Gambardella, Cerra, Larussa, Murone, Di Renzo, Canzoniere, Spinelli, Cerminara, D’Agosto, Caliò, Villella, Marasco, Careri, Bilotta, Gualtieri.