Emessa la sentenza di primo grado. Tra i reati confiscati usura, riciclaggio di denaro sporco e false fatturazioni. Tutti i nomi
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A dieci anni dall'operazione, ieri i giudici del tribunale di Paola, Antonietta Dodaro, Maria Grazia Elia e Alberto Pugliese, hanno letto la sentenza di primo grado nei confronti dei numerosi imputati. L'operazione era scattata all'alba del 9 luglio 2009 e gli inquirenti l'avevano denominata "Coffee break", cioè pausa caffè, perché le persone attenzione davano il via agli affari loschi invitandosi tra loro a consumare una tazzina della bevanda. Per Bruno Giordano, il procuratore scomparso di recente all'epoca a capo della procura di Paola, gli indagati operavano sul territorio di mezza Italia e commettevano una serie di illeciti quali usura, riciclaggio di denaro sporco e false fatturazioni, che in poco tempo aveva prodotto un volume d'affari da oltre 40 milioni di euro.
La chiusura delle indagini avvenne nel 2011 e gli indagati risultavano essere oltre 90, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata all’evasione e alla frode fiscale, truffa aggravata in danno dello Stato, truffa per incassare contributi pubblici, riciclaggio e reimpiego in altre attività di denaro o beni di provenienza illecita. A processo finirono 88 dei 93 indagati.
L'inchiesta destò particolarmente scandalo perché secondo gli inquirenti tutto avvenne con la complicità di Tommaso Leale, ex comandante della Squadra Operativa della Compagnia della Guardia di Finanza di Paola.
Le condanne
Massimo Aceto (Montalto Uffugo), Francesco Amato (Scalea) e Giorgio Barone (di Bellaria in provincia di Rimini) a quattro anni di reclusione e 1032 euro di multa; Biagio Bello (Praia a Mare) un anno e e sei mesi (pena sospesa); Franco Borrelli (Santa Domenica Talao) quattro anni e tre mesi e 1500 euro di multa; Tammaro Della Gatta (Scalea) quattro anni di reclusione e 1032 euro di multa; Francesco Di Mauro a quattro a nni e 1032 euro di multa; Francesca Danila Fullone a quattro anni e 20132 euro di multa; Stefania Gabriele (Scalea) a due anni e otto mesi e 688 euro di multa; Vincenzina Gagliardi (Cetraro) due anni e otto mesi e 688 euro di multa; Agostino Iacovo (Cetraro) quattro anni e se mesi di reclusione e 2000 euro di multa; Dino Iacovo (Cetraro) quattro anni e 1032 euro di multa; Gigliola Iacovo (Cetraro) quattro anni e sei mesi di reclusione e 2000 euro di multa; Pasquale Imbelloni (Santa Maria del Cedro) quattro anni e 20132 euro di multa; Tommaso Leale (Cosenza) cinque anni; Francesco Malvito (Belvedere Marittimo) due anni e otto mesi e 688 euro di multa; Manfredi Mario (Cerisano) due anni e otto mesi e 688 euro di multa; Pierluigi Oliverio (Sangineto) due anni e otto mesi e 688 euro di multa; Armandino Quintiero (Faenza, provincia di Ravenna) quattro anni di reclusione e 1032 euro di multa; Gaetano Michele Rugiero due anni e otto mesi e 688 euro di multa; Settimio Rosario Rugiero (Bonifati) quattro anni e sei mesi e 2000 euro di multa; Vincenzo Tedesco (Riolo Terme in provincia di Ravenna) due anni e otto mesi e 688 euro di multa; Andrea Tiesi (Diamante) due anni e otto mesi e 688 euro di multa.
Gli imputati, inoltre, sono stati condannati al pagamento delle spese processuali, mentre coloro che furono esposti alla misura cautelare in carcere dovranno provvedere anche al pagamento delle spese di mantenimento custodiale.
Interdizione dai pubblici uffici
La corte di primo grado ha inflitto l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni anni a Massimo Aceto, Francesco Amato, Giorgio Barone, Franco Borrelli, Tammaro Della Gatta, Francesco Di Mauro, Danila Francesca Fullone, Agostino Iacovo, Dino Iacovo, Gigliola Iacovo, Pasquale Imbelloni, Armandino Quintiero e Settimio Rosario Rugiero.
Tommaso Leale viene invece condannato all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdetto legalmente durante l'espiazione della pena, sarà incapace di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno. Dichiarato estinto il rapporto tra lui e il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Le prescrizioni
Alcuni capi d'accusa sono andati estinti perché caduti in prescrizione, pertanto, in riferimento a ciò, non si è potuto procedere. A beneficiare della prescrizione sono stati Antonio Algeri, Maurilio Ariete, Agostino Briguori, Francesco Cetraro, Antonio Coribello, Fabio Coscarella, Alessandra De Angelis, Giacomo De Marco, Marco De Seta, Paolo Ercolano, Francesco Falsetti, Marcello Filice, Guerino Folino, Danilo Gaeta, Giuseppe Gaspari, Marco Giglio, Giuseppe Grossi, Ignazio Lamantia, Giuseppe Liparoti, Alberto Marinelli, Francesco Mercatante, Gianluca Midaglia, Mario Midaglia, Vincenzo Midaglia, Giuseppe (Pino) Nigro, Ettore Notti, Ferdinando Quintieri, Angela Luce Ritorto, Pietro Paolo Ruffolo, Attilio Santoro e Ludovica Santoro, Carlo Scaccia e Aldino Tommassetti.
Le assoluzioni
Nella sentenza di primo grado di Coffie Break alcuni imputati sono stati riconosciuti del tutto estranei alla vicenda, altri sono stati scagionati dalle accuse diverse da quelle per le quali sono risultati condannati. Assolti Francesco Amato, Francesco Briguori, Anna Rosaria Caroprese, Filomena Cristofaro, Tammaro della Gatta, Salvatore Diodato, Stefania Gabriele, Vincenzina Gagliardi, Giuseppina Galiano, Pasquale Imbelloni, Ketty Rugiero,Vincenzo Tedesco, Andrea Tiesi per non aver commesso il fatto. Assolti Dino Iacovo, Tommaso Leale, Francesco Malvito e Settimio Rosario Rugiero perché il fatto non sussiste.
Confisca dei beni
La corte paolana ha inoltre ordinato la confisca dei beni sequestrati in danno di Massimo Aceto, Francesco Amato, Giorgio Barone, Franco Borrelli, Tammaro Della Gatta, Francesco Di Mauro, Danila Francesca Fullone, Stefania Gabriele, Vincezina Gagliardi, Giuseppina Gagliardi, Agostino Iacovo, Dino Iacovo, Gigliola Iacovo, Pasquale Imbelloni, Francesco Malvito, Mario Manfredi, Pierluigi Oliverio, Armandino Quintiero, Gaetano Michele Rugiero, Settimio Rosario Rugiero, Vincenzo Tedesco ed Andrea Tiesi.
Confiscata la somma di 16.080 euro a Tommaso Leale.
Restituzione dei beni
Ordinata la restituzione immediata dei beni per tutti gli altri imputati, compresi Biagio Bello e Tommaso Leale perché sottoposti a misura cautelare per reati diversi da quelli per cui vi è stata la condanna.
Tra 90 giorni saranno depositate le motivazioni. Intanto sono già pronti i ricorsi per il secondo grado di giudizio.