Ristretto dal maggio del 2021 ha ottenuto gli arresti domiciliari per incompatibilità con il regime carcerario a causa delle cagionevoli condizioni di salute
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Lascia il carcere per gli arresti domiciliari il professor Vittorio Palermo, docente di Economia Aziendale all’Unical ma sospeso dall’incarico a seguito dell’inchiesta scattata nel maggio del 2021 denominata Alibante che lo ha visto coinvolto e accusato del reato di associazione mafiosa.
Secondo l’ipotesi accusatoria, Vittorio Palermo sarebbe stato prestanome di Carmelo Bagalà e organico alla cosca per la quale avrebbe gestito gli interessi economici intestando falsamente il residence degli Ulivi di Falerna (struttura ricettiva adibita all’accoglienza degli extracomunitari) dapprima alla Turismo e Sviluppo e successivamente alla Eurolido. Ciò gli avrebbe consentito di dividere assieme al capo della cosca gli introiti economici derivanti dalla gestione del complesso.
Oggi il docente ha ottenuto la misura alternativa al carcere. Su istanza depositata dai legali di fiducia Guido Contestabile, Mario Auriemma e Francesco Giovinazzo, il Tribunale di Lamezia Terme l’ha sostituita con gli arresti domiciliari a causa delle cagionevoli condizioni di salute.
Il collegio difensivo aveva infatti sostenuto l’incompatibilità dell’imputato con il regime carcerario, anche attraverso il parere reso dal perito Giovanni Gallotta nell’udienza dello scorso 27 settembre. Quest’ultimo ha evidenziato come la concessione della misura alternativa degli arresti domiciliari alternativa alla detenzione in carcere rappresenterebbe una opportunità che consente maggiori garanzie per la vita di Vittorio Palermo.