La seconda notte di fuoco per Acri è quella capace di violare l’anima della cittadina a due passi dalla Sila Greca. Il rogo che arde da oltre 48 ore è infatti riuscito ad entrare nel centro storico, mettendo a rischio palazzi secolari e circondando l’istituto scolastico “Falcone”, edificio di recente costruzione e sede della ragioneria.

Paura e tensione

Quella vissuta da Acri è stata una notte fatta di paura e attimi di tensione. Le fiamme hanno infatti distrutto la vegetazione e gli alberi che abbracciano la parte vecchia della città, con il percorso di fuoco che dalla zona più alta di località Cappuccini, quartiere che ospita la maestosa Basilica di Sant’Angelo, si è snodato dirigendosi verso la zona più bassa, fino a lambire alcune case e anche palazzo “Giannone”, uno degli edifici storici della città. Mentre dall’altra parte del costone a bruciare era località “San Martino”.

Le sirene durante la notte d'estate

Il silenzio di un’insolita notte d’estate rotto dalle sirene dei mezzi di soccorso e dal lavoro di vigili del fuoco, squadre di Calabria Verde e volontari. Insieme a loro anche tanti cittadini impegnati a difendere le proprie abitazioni e qualche curioso. Per consentire lo svolgimento delle operazioni in sicurezza il centro storico è stato interdetto al traffico con le vie d’accesso sbarrate da vigili urbani e carabinieri. Una situazione quasi surreale, resa ancora più drammatica da un blackout che ha interessato parte della città.

L'aria irrespirabile

Insomma per la cittadina cosentina la seconda notte di fuoco è stata difficile ed affrontata con strade e piazza avvolte dalla cenere e dal fumo che con quel suo odore acre ha reso l’aria in alcuni casi irrespirabile. Poche le persone in giro, nonostante la serata d’agosto, e tante le famiglie che hanno seguito l’evolversi della situazione attraverso il tam tam di foto, video e post sui social.

L’incendio, ancora attivo, con i canadair  già in volo, è stato comunque tenuto sotto controllo anche grazie al supporto di due squadre di vigili del fuoco arrivate nel cuore della notte da Benevento, con il sindaco in continuo contatto con Prefettura e Regione che nelle prossime ore potrebbe anche chiedere l’intervento dell’Esercito per gestire quella che è diventata una situazione davvero difficile.

Il dolore del sindaco Capalbo

Alle prime luci dell’alba arrivano le parole di dolore del sindaco Pino Capalbo. «L'entità del disastro che ha colpito Acri nelle ultime ore va oltre ogni più tetra previsione – ha dichiarato il primo cittadino -Sappiamo che l'origine è dolosa, e ciò rende il nostro dolore ancora più intollerabile. Arriverà il tempo in cui bisognerà far luce sull'accaduto e individuare le responsabilità, ma non è questo il momento. Ora è il tempo di riscoprirci comunità e stringerci attorno alla ferita ancora aperta. Per questo, ispirandoci anche all'appello dei parroci di Acri e dell'arcivescovo Francesco Nolè, riteniamo doveroso rispondere con un atto, un gesto simbolico e allo stesso tempo concreto che ci riunisca tutti di fronte a questa tragedia. Per questo, alle 12 di oggi, venerdì 6 agosto, nella piazza antistante la Basilica del Santo Angelo d'Acri, nel rispetto delle norme anti-Covid, si invita la cittadinanza tutta a radunarsi per poter esprimere, attraverso una preghiera laica, il cordoglio per quanto sta accadendo: è necessario trovare la forza per affrontare e superare questo momento terribile».

Brucia il Cosentino

Durante la notte appena trascorsa, oltre che ad Acri, un incendio è divampato anche a Rende, in località Settimo. Fiamme anche alle porte di San Demetrio Corone. Ma in generale è tutta la Calabria ad essere minacciata dalle fiamme e, purtroppo, dalla follia dei piromani.