La vita non è stata mai facile per i Corasoniti. Nel 2016 furono sfrattati a forza dal loro appartamento da alcune persone che lo occuparono mentre erano al mare per qualche ora. L'assegnazione della nuova abitazione avvenne solo dopo lunga polemica
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Minacce e furti, poi la casa occupata abusivamente al rientro da una giornata al mare. È una storia tormentata quella vissuta dalla famiglia Corasoniti, la cui abitazione è stata distrutta questa notte dalle fiamme, in un rogo che è costato la vita a tre dei figli: Saverio, 22 anni, affetto da autismo, Aldo Pio e Mattia Carlo, di 15 e 12 anni. Costretti a vivere una vita difficile dovuta alla malattia del figlio maggiore e a difficoltà economiche, papà Vitaliano e mamma Rita Mazzei, a loro volta rimasti ustionati nell'incendio, nel 2016 dovettero lasciare l'appartamento popolare in cui vivevano non molto lontano da quello in cui si è consumata la tragedia.
L'occupazione abusiva delle case rimaste anche per poche ore vuote è assai frequente nella zona sud di Catanzaro, dove è forte la presenza della criminalità. Dopo una serie di vandalismi e minacce subite, i Corasoniti dovettero lasciare la loro casa quando altre persone vi si intrufolarono approfittando della loro temporanea assenza. Fra l'altro, gli occupanti abusivi non permisero nemmeno ai legittimi titolari di recuperare il cagnolino che avevano lasciato su un balcone. Dovettero intervenire i vigili del fuoco con una scala. Ne scaturì una lunga battaglia finalizzata a trovare loro una nuova sistemazione.
Si pensò anche di trasferire madre e figli in una struttura d'accoglienza a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, separandoli dal padre Vitaliano. Il caso fu seguito da Antonio Marziale, sociologo, presidente dell'osservatorio sui diritti dei minori e allora garante per l'Infanzia della Regione, che ha nuovamente ricevuto l'incarico appena ieri. Dopo una lunga polemica, la famiglia ebbe assegnato l'appartamento in cui nella notte è scoppiato l'incendio.