C'è chi ha percorso oltre mille chilometri per strappare un centimetro di terra in più alle lingue di fuoco, chi si è ustionato una mano e chi si è incrinato le costole. È la contro cronaca dell'emergenza incendi in Calabria, il contro bollettino che rimane sempre nascosto dietro le operazioni di salvataggio, nelle pieghe di una storia in cui i protagonisti sono le conte dei danni e i prezzi pagati in vite umane.

La contro scena

Sulla scena roghi inarrestabili, alberi che si accendono come cerini nell'estate torrida calabrese; un passo indietro - ma solo metaforicamente - i vigili del fuoco che non concedono millimetri all'avanzare insidioso del fuoco. Eppure appaiono - tra le migliaia di foto di boschi in fiamme che da giorni invadono le bacheche social accompagnate da commenti di sdegno, dolore e rabbia – anche loro, ritratti esausti, in scatti che li immortalano uomini.

Impavidi

Impavidi, invece, quando sfidano a mani nude l’inferno che avanza ponendosi a presidio della popolazione spaurita, che nel fuoco vede solo macerie e distruzione. Da Udine a Catanzaro, oltre mille chilometri e lo stivale tagliato in due, per creare una via taglia fuoco e mettere in sicurezza un’abitazione minacciata dall’incendio che in due giorni ha divorato l’intera pineta di Siano a Catanzaro.

Via taglia fuoco

La sezione operativa del Friuli Venezia Giulia ieri ha lavorato gomito a gomito con le squadre del comando provinciale, sfrondando i pini circostanti e così tagliando la strada alle lingue di fuoco indomabili che avanzavano verso una abitazione e il proprietario, che non aveva voluto abbandonarla. È finito invece in ospedale con le costole incrinate un altro vigile impegnato ieri nel lametino. Durante le operazioni di spegnimento è precipitato in un dirupo, oggi ricoverato ma infortunato senza disertare il fronte. E  in prima linea nell’emergenza anche i volontari, qualcuno si è ustionato le mani.

Eroi di carne e disperazione

Contro storie di una emergenza condensate nei rari scatti apparsi, accompagnati però da commenti unanimi: eroi, li chiamano. Così come Gabriele Parpiglia, utente di Instagram che ha rilanciato questa foto scattata a Cardeto da un vigile del fuoco. «Ragazzi, uomini, i nostri #vigilidelfuoco (sottopagati). Siete pochi, siete EROI, siete noi - si legge nel post -. Bisogna rendere omaggio a questi due ragazzi, condividete le loro immagini, che arrivino a chiunque, sopratutto a chi fa proclami inutili per prendere voti, a chi è seduto in casa ma dovrebbe esser accanto loro, agevolando il lavoro, facendoli sentire meno soli».