Restano inutilizzati i fondi stanziati dal Governo a fine agosto dopo la dichiarazione dello stato di calamità. Non ancora effettuata la ricognizione sui fabbisogni più urgenti
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Tempestività. Questo il corale appello dei sindaci nella riunione convocata il 24 agosto alla Cittadella alla presenza del ministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli, all'indomani dell'estate più torrida che ha piagato la Calabria, stretta nella morsa degli incendi. Ettari di boschi distrutti, aziende agricole danneggiate, capi di bestiame travolti dalle fiamme e agricoltori in attesa di ristori, da distribuire quanto più celermente possibile.
I due milioni di euro
Tuttavia, benché il Governo abbia fatto la sua parte stanziando già l'1 settembre due milioni di euro, la Regione latita e a distanza di oltre un mese non ha ancora predisposto il piano degli interventi richiesto dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, nella propria ordinanza che aveva fatto seguito alla delibera del Consiglio dei Ministri del 26 agosto. Con quell'atto si richiedeva ai presidenti delle Regioni duramente colpite dall'emergenza incendi - individuati quali commissari delegati - la predisposizioni di un piano degli interventi più urgenti da sottoporre all'approvazione del capo della Protezione civile entro 15 giorni.
Il tempo passa
Di giorni, tuttavia, ne sono trascorsi ben 37, le aziende non hanno ricevuto neppure un euro e il piano che avrebbe potuto offrire respiro agli agricoltori non è stato predisposto. Così le risorse immediatamente disponibili sono rimaste inutilizzate e i sindaci attendono ancora di capire le modalità di presentazione delle istanze di ristoro, dopo una prima nota interlocutoria trasmessa dalla Cittadella i primi giorni di settembre.
La solitudine di chi ha perso tutto
La predisposizione del piano avrebbe consentito agli imprenditori del settore zootecnico e agricolo di ricevere liquidità immediata per far fronte ai danni cagionati dai roghi dal momento che gli interventi contemplati nel plafond messo a disposizione dal Governo prevedeva risorse per «l'acquisto di foraggio, mangime o altri alimenti per il bestiame; per la riparazione e il ripristino di recinzioni, impianti per l'approvvigionamento idrico e per l'abbeverata degli animali che siano stati distrutti o danneggiati dagli incendi; per fronteggiare le criticità operative derivanti dalla perdita degli alveari da parte degli apicoltori».
Ulteriore ricognizione
Nulla di tutto questo, chi durante l'estate ha visto andare il fumo il lavoro di una vita si è dovuto ancora una volta rimboccare le maniche e affrontare in solitudine i danni causati dall'eccezionale emergenza. Oltre questo compito la Regione era stata inoltre chiamata a predisporre un ulteriore piano - da presentare entro 30 giorni - allo scopo di effettuare una ulteriore ricognizione degli eventuali fabbisogni per il completamento delle attività di soccorso e assistenza alla popolazione, rimasti esclusi dal precedente piano.