La vicenda è per certi versi analoga a quella cosentina di Piazza Bilotti, con un’opera inaugurata in pompa magna, non è chiaro se prima o dopo il rilascio del certificato di collaudo statico, sicuramente prima della conclusione dei lavori, ufficialmente terminati il 30 giugno.

Il crollo dopo l'inaugurazione

A differenza dell'infrastruttura del capoluogo bruzio, nel caso del comune dell’Alto Tirreno, un crollo poi c’è stato sul serio, poche settimane dopo il taglio del nastro. I fatti risalgono al 2018, ma tornano prepotentemente d'attualità poiché, secondo alcune indiscrezioni, sarebbero adesso attenzionati dalla procura di Paola, competente per territorio.

Anche Mario Oliverio alla inaugurazione

Il nuovo centro di accoglienza e socialità di Contrada Alorio spalanca le porte il 3 giugno 2018 per la cerimonia di apertura, alla quale interviene anche l’allora presidente della Regione, Mario Oliverio. Giusto una settimana più tardi, il 10 giugno, i cittadini sarebbero stati chiamati alle urne, dove confermeranno alla carica di sindaco Giacomo De Marco, condannato in primo grado per bancarotta fraudolenta nello scorso mese di dicembre.

L'improvviso cedimento

Nel frattempo però, la struttura rimane inattiva anche perché improvvisamente, per non meglio identificati motivi, parte della recinzione esterna cede. La circostanza viene poi riportata anche nel certificato di collaudo tecnico-amministrativo, rilasciato nel successivo mese di ottobre del 2018, a firma dell’ingegnere Claudio Adduci di Santa Maria del Cedro, il quale, nonostante il crollo, liquida il saldo del rimanente credito residuo vantato dall’impresa esecutrice dei lavori, pari a circa 84 mila euro.

La ditta di proprietà di un consigliere comunale

Nel complesso la ditta appaltatrice ha incassato 385.920 euro. Si tratta della Arcana srl, il cui titolare, Antonio Biondi, è anche vicesindaco del vicino centro abitato di Buonvicino. Nella sua relazione, l’ingegnere collaudatore, mette in evidenza la «necessità di effettuare il ripristino di un muro oggetto di crollo, le cui cause – aggiunge – sono in corso di accertamento ed in via preliminare sembrano essere non riconducibili all’esecuzione dell’opera» prescrivendone poi il ripristino «con estrema sollecitudine». Ma ci sono altre stranezze.

Lavori stop & go

I lavori, consegnati il 6 maggio 2016, sarebbero dovuti terminare entro 138 giorni, ovvero in poco più di quattro mesi. In realtà si concluderanno come detto, soltanto due anni più tardi, il 30 giugno 2018. Inoltre vengono più volte interrotti dal Rup, Emilio Laino, motivo per il quale nessuna penale verrà poi addebitata alla Arcana Srl. In particolare, dopo una prima sospensione intervenuta dal 21 luglio 2016 al 26 aprile 2017, ed una seconda che blocca il cantiere tra il 10 giugno ed il 15 settembre 2017, arriva un terzo stop il 26 settembre 2017, appena cinque giorni prima del termine di chiusura dei lavori, in quel momento slittato al primo ottobre.

Struttura ancora chiusa

Poi il 2 novembre il cantiere riapre ma viene di nuovo sospeso il 4 novembre, un sabato, a tre giorni dalla nuova data di scadenza del 7 novembre. Infine si riprenderà a lavorare il 27 giugno 2018 con consegna dell’opera ultimata il successivo 30 giugno. Tra gli altri elementi attenzionati, vi sarebbe anche la scelta del direttore dei lavori, caduta su Giuseppe Montecristo, componente di uno studio associato insieme al geologo Stefano Perrone, e all'ingegner Massimo Perrone, entrambi figli del vicesindaco di Maierà Raffaele Perrone. Ad oggi il muro crollato è ancora lì e il centro di accoglienza e socialità è ancora chiuso.