Il segretario dell'Unione delle Camere Penali sulla riforma del Csm: «Intervento timido e debole. Non risolve molti problemi»
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«Timida e debole». Così è stata definita la riforma del Csm in discussione al Consiglio del Ministri dal segretario dell'Unione delle Camere Penali italiane, Eriberto Rosso. Questo pomeriggio è stata inaugurata infatti a Catanzaro l'anno giudiziario dei penalisti italiani alla presenza tra gli altri del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, del presidente della Corte d'Appello Domenico Introcaso, del presidente del Tribunale Rodolfo Palermo e del presidente della Camera penale di Catanzaro Valerio Murgano.
La riforma del Csm
«La bozza presentata questa mattina al Consiglio dei ministri è un intervento assai timido e assai debole. Non risolve il problema della incompatibilità, non risolve il problema del fuori ruolo, dato dall'enorme numero di magistrati distaccati fuori dal ruolo della giurisdizione al ministero della Giustizia ma anche in altri ministeri - ha dichiarato Rosso - così alternado il corretto bilanciamento dei contropoteri. Noi abbiamo una proposta che sarà oggetto anche di una raccolta di firme per una proposta di legge popolare, interverremo proprio su questi temi. Noto che l'unione delle Camere Penali e l'avvocatura mentre ha trovato momenti di partecipazione per altri aspetti della riforma, ad esempio, del processo qui è stata esclusa e protagonista la sola associazione nazionale dei magistrati. Ecco non è solo materia di competenza dei magistrati l'ordinamento giudiziario ma appartiene all'armonia del sistema e ai cittadini; e anche l'avvocatura deve dire la sua»
Il caso Pittelli
A margine dell'iniziativa è poi intervenuto sul caso dell'avvocato catanzarese Giancarlo Pittelli, che proprio ieri ha lasciato il carcere. Una vicenda giudiziaria che ha suscitato anche l'avvio di una raccolta firma: «Pittelli è un caso. Io non mi permetto di entrare nel merito di una singola vicenda processuale e non in questa sede. Certo è che dal punto di vista delle misure cautelari colpisce. Per fortuna ha trovato una parziale soluzione che ha visto l'avvocato Pittelli fuori dal carcere».
Troppa carcerazione
«In questi due giorni siamo a Catanzaro - ha aggiunto il segretario dell'Unione delle Camere Penali - per la nostra inaugurazione e il centro della nostra iniziativa è la figura dell'avvocato e delle sue prerogative. C'è troppo ricorso al carcere come forma di cautela, troppe intercettazioni di avvocati nonostante la legge lo vieti per interpretazioni giurispridenizali non corrette che minano le garanzie e troppi attegiamenti di non rispetto che che hanno determinato una scarsa sicurezza nella funzione e della possibilità di poter esercitare le nostre prerogative nel processo».
Modello Cantafora
Tra gli altri intervenuti anche il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri: «Vedo con piacere - ha detto - tra il pubblico l'avvocato Cantafora (Nicola ndr) che ho conosciuto non appena sono arrivato a Catanzaro. Una persona a me cara. Io invito la quasi totalità dei presenti che sono tutti giovani ad adottarlo come modello per la vostra carriera. Sono qui per ascoltare le proposte di riforma vista dalla parte degli avvocati».