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Violentata, uccisa, fatta a pezzi e gettata nella tonnara di Palmi. Morì così, 35 anni fa, Rossella Casini, giovane studentessa fiorentina di Psicologia di cui oggi ricorre l’anniversario della scomparsa. Mai ritrovato il suo corpo, mai condannati i colpevoli di questa barbara vicenda. I genitori, morti di dolore, non hanno mai avuto una tomba su cui piangere quella figlia convinta di potere liberare il suo fidanzato, un calabrese di Palmi, dai legami di ‘ndrangheta in cui era calato fino al collo e dalla faida tra i Gallico - Frisina e i Condello Porpiglia. La storia di Rossella è stata ripresa ieri da Repubblica Firenze, che ha svelato i particolari di un delitto rimasto irrisolto per la giustizia italiana.
La colpa di Rossella fu quella di innamorarsi di Francesco Frisina, studente di economia a Siena di cui scoprì i legami di mafia in modo tragico quando, in vacanza a Palmi, il suocero venne ucciso in un agguato. Cinque mesi dopo proprio Francesco rimaneva ferito mentre cercava di vendicare il padre in una spedizione contro il clan rivale. Rossella lo convinse a parlare con le forze dell’ordine. Da qui il primo importante strappo con la famiglia dei Frisina che convinse il figlio a ritrattare. D’altronde Rossella dimostrò coraggio da vendere andando perfino a parlare con i Condello sperando così di fare cessare la strage. Una mina vagante la fiorentina per il clan che così il 22 febbraio 1981 la fece sparire. Almeno così racconto nel 1994 un pentito palermitano. Il processo, conclusosi nel 2006, portò ad un’assoluzione con formula del dubbio per il capocosca Domenico Gallico e Francesco e Concetta Frisina, compagno e cognata di Rossella. Ancora oggi il sacrificio della giovane non ha trovato giustizia.
Tiziana Bagnato