Per ora attivo solo nel Catanzarese. Tre delle cinque vecchie centrali operative del 118 saranno chiuse, due riconvertite. Le perderanno Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria. Resterà Cosenza per l’area nord e Catanzaro per l’area sud
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
È una rivoluzione che cammina a passo lento quella intrapresa dalla Regione per infrastrutturare il nuovo sistema di emergenza urgenza in Calabria. Sebbene la prima pietra sia stata di recente posata e, come di consueto pluribenedetta, servirà ancora più di qualche mese per avere una macchina effettivamente e completamente a regime.
Il lungo travaglio
Quasi un anno e mezzo è servito per avviare il numero unico 112. A luglio del 2022 risale, infatti, la sottoscrizione dell’accordo con l’ex ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Nel frattempo il Viminale ha cambiato inquilino, il successore Matteo Piantedosi ha tenuto a battesimo, tra gli altri, l’avvio del numero unico per le emergenze europeo operativo però ancora a macchia di leopardo.
A macchia di leopardo
Se, a titolo d’esempio, si compongono le tre cifre nella provincia di Vibo Valentia continueranno a rispondere i carabinieri e così in gran parte della Calabria. Per ora la rivoluzione è partita solo nella provincia di Catanzaro, nel resto della regione si dovrà ancora attendere.
Bisogna ancora attendere
Un problema di infrastrutturazione della rete telefonica, assicurano gli addetti ai lavori, che costringe ad una attivazione in più tappe. Se tutto filerà liscio lo switch on avverrà il 5 marzo in contemporanea allo switch off dell’ultima delle cinque vecchie centrali operative del 118: tre delle quali verranno chiuse, le restanti due riconvertite.
Da cinque a due
La centrale a numero unico 112 funge, infatti, da filtro per ogni tipologia di emergenza, le chiamate vengono poi dirottate sulla base delle competenze alle forze di pubblica sicurezza o all’area sanitaria. In quest’ultimo caso, saranno due le sale operative 118 attive per tutta la Calabria che sarà suddivisa in un’area nord e sud. Le province di Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria perderanno le rispettive centrali operative le cui funzioni verranno riassorbite dalle altre due.
Il cambio in corsa
Sebbene, infatti, in un primo tempo il progetto prevedeva l’attivazione di una sola sala operativa 118 per tutta la Calabria con sede nella Cittadella, successivamente i piani sono stati rivisti in corsa con la previsione di una seconda con sede a Cosenza ma non più con funzione di disaster recovery intra-regionale. Al contrario, sarà una centrale operativa a tutti gli effetti con competenza sulla propria provincia e su quella crotonese (area nord), mentre quella di Catanzaro per le province restanti (area sud).
La scuola Areu
Una scelta che certamente non prende ad esempio il modello lombardo, sebbene la scuola seguita sia quella dell’Areu. Basti pensare, che la regione del nord Italia ha quattro centrali operative 118 ma con una popolazione di 10 milioni di abitanti, la Calabria con poco meno di un sesto di popolazione della Lombardia (1,7 milioni) se ne è regalata una in più.
Le prime nomine
Ed è proprio notizia di questi giorni l’individuazione dei responsabili delle due centrali operative da parte dell’Asp di Cosenza che su delega di Azienda Zero sta gestendo il coordinamento del sistema dell’emergenza urgenza. Per l’area nord è stato confermato Sergio Coscarella, già dirigente medico responsabile del coordinamento pet 118 di Cosenza mentre per l’area sud Francesco Andreacchi, direttore della centrale operativa di Vibo Valentia.
Gli altri coordinamenti
Altre nomine sono poi arrivate, sempre di recente, per i coordinatori infermieristici. Domenico Schirippa per la sala operativa 118 area sud, Marco Laratta per l’area nord, Leonardo Pilò sarà coordinatore della sala operativa dell’elisoccorso e Giuseppe Cortese per quella del Nue 112.
In mente dei
Un capitolo a parte è, invece, l’attivazione del numero armonizzato 116117 che avrà funzioni di coordinamento sull’assistenza territoriale per patologie che non richiedono un intervento in emergenza con sede a Reggio Calabria. L’ultimo tassello del mosaico è ancora in mente dei. Questa sala operativa dovrà nei fatti assorbire le competenze delle ex guardie mediche integrando anche le strutture territoriali da realizzare con i fondi del Pnrr.