«Ci fa piacere sapere che le uscite sulla stampa del sindacato Csa-Cisal producono effetti nell’Amministrazione regionale. Ci riferiamo al decreto del settore Economato, del 21 dicembre dell’anno scorso, con cui veniva disposto l’acquisto di arredi per un valore di 31.260,06 euro (Iva inclusa). Dopo il polverone sollevatosi giovedì scorso, e che ha avuto un prosieguo in trasmissioni televisive nazionali, è arrivata la rettifica al decreto di dicembre, con un nuovo atto datato 2 marzo».

Il caso dei mobili alla Regione

È quanto riferisce il sindacato che ritorna sul caso dei mobili alla Cittadella regionale: «Nel nuovo, viene precisato che “per mero errore materiale” l’acquisto dei mobili era motivato con la destinazione, esclusiva, degli stessi “ad alcuni uffici della Dirigenza Generale del Dipartimento Sanità presso la Cittadella regionale”. In realtà - si fa rilevare - già il sindacato aveva anticipato che gli arredi non erano andati integralmente agli uffici del dg Francesco Bevere ma anche in altri dipartimenti.
Ed in effetti, il decreto rettificato riporta testualmente che i mobili sono “da destinare a vari Dipartimenti e Strutture Regionali che ne avevano fatto richiesta, e precisamente il Dipartimento Tutela della Salute (PEC del 08/07/2020 a firma del Dirigente Generale dott. Bevere e successiva mail del 10/09/2020 della Segreteria Particolare del Presidente della Giunta Regionale), l’Ufficio dell’assessore Fausto Orsomarso (mail del 20/07/2020 a firma del Responsabile amministrativo della Struttura), il Dipartimento Programmazione unitaria (pec del 12/08/2020 a firma del dirigente generale dr Maurizio Nicolai), la Stazione unica appaltante (mail del 24/09/2020 a firma del dirigente generale Mario Donato), l’ufficio dell’assessore Sandra Savaglio (mail dell’ 08/10/2020 a firma dell’Assessora Savaglio) nonché all’ufficio dell’assessore Gianluca Gallo presso la sede di Cosenza, Palazzo degli Uffici, (all’esito di un sopralluogo della Struttura Tecnica Regionale)”». 

La rettifica e gli errori

Per il sindacato «va bene la precisazione, ma siamo sicuri che anche la rettifica non contenga altri errori? Nel decreto del 2 marzo, che almeno il settore Economato ha avuto l’accortezza di effettuare, viene riportata la tabella con gli acquisti riferiti ai singoli dipartimenti. L’importo di 25.623 euro è al netto di Iva (a lordo siamo appunto a 31.260,06). Tuttavia, arrivano smentite da diretti interessati. L’assessore Gianluca Gallo, nella giornata del 3 marzo, ha scritto al settore Economato dicendo che il decreto rettificato contiene: “alcune incongruenze che ritengo essere meritevoli di approfondita valutazione e doverosa correzione. In particolare, dalla lettura del menzionato provvedimento, si evince che all’esito di un sopralluogo della Struttura tecnica regionale presso l’Ufficio dell’Assessorato all’Agricoltura di Cosenza sarebbe stata ravvisata la necessità di procedersi all’acquisto di una seduta direzionale in ecopelle e di due sedute di attesa in ecopelle. Purtuttavia, per come del resto rinviene dalla semplice lettura dell’atto, si osserva che nessuna richiesta in tal senso è stata mai formalizzata dallo scrivente o dalla struttura speciale, al punto che la consegna delle suppellettili in questione è stata rifiutata e le stesse risultano essere nella piena, esclusiva disponibilità del Settore da Eela diretto, per l’uso e le finalità che saranno considerati opportuni. Alla luce di ciò, pur ravvisandosi in quanto accaduto in buona fede e sollecitudine del Settore, Le chiedo – prosegue l’assessore Gallo –  di voler procedere all’opportuna rettifica del decreto in parola, dal momento che nessuna fornitura è stata richiesta dal Dipartimento e dall’Assessorato all’Agricoltura, né comunque effettuata in favore degli stessi”. Capito? L’assessore Gallo nega di aver richiesto gli arredi e sostiene di non averli mai accettati. E adesso cosa ci aspetta: una rettifica al decreto rettificato?».

Ma non finisce qui. «Da un’attenta lettura della scheda con la lista degli acquisti – continua il sindacato - ci pare di non vedere tutti le suppellettili presenti nel primo decreto: quello del 21 dicembre. Infatti, non compaiono rispettivamente la lampada di tipo piantana e la lampada di tipo scrivania. Che fine hanno fatto? Eppure, l’importo del secondo decreto è rimasto uguale, ma senza le due lampade. Inoltre, non appare affatto chiara la dicitura “Studio del dott. Bevere”. Cosa vuol dire? Perché non sono indicati i costi unitari? Occorrerebbe essere più precisi, non fosse altro che sono soldi dei calabresi.

Il dg Bevere e gli arredi per gli uffici 

Entrando nel dettaglio, l’attenzione si sposta sul dg Francesco Bevere: «Il sindacato – già nella prima nota –aveva fatto capire che non tutti i 31 mila euro erano stati destinati al suo dipartimento. La cifra destinata ai suoi uffici sono 8.848,66 euro (incluso Iva). Quindi comunque una buona parte del totale. Ma il principio sollevato dal sindacato CSA-Cisal non era su quanto era stato speso. Potevano essere anche mille euro, il punto è che il direttore generale del dipartimento Tutela della Salute, nel pieno della pandemia e con un servizio sanitario regionale pieno di problemi, ha pensato agli arredi dei suoi uffici. Nonostante abbia, unico dg in Regione Calabria, un bonus da 45 mila euro che gli frutta uno stipendio da oltre 181 mila euro all’anno. E questo concetto è talmente vero che è confermato da altri atti dello stesso Bevere». 

«L’ex manager di Agenas – continua la nota - è stato nominato dalla Giunta regionale lo scorso 29 giugno. Appena insediato, quale è stato il suo pensiero? I mobili, appunto. In data 8 luglio, ha scritto al dg del Personale e del settore Economato di “voler provvedere all’acquisizione degli arredi, di attrezzature informatiche, fotocopiatrice e quant’altro necessario per il regolare funzionamento dell’ufficio che andrà ad insediarsi.  Inoltre – ha scritto ancora Bevere –, si chiede lo spostamento del pozzetto elettrico, ubicato nella stanza del Dirigente Generale del dipartimento, nonché la possibilità di identificare un ulteriore punto luce presso la stanza”.

Il primo pensiero del dg non è stato come innalzare i Lea (livelli essenziali di assistenza) o ridurre il disavanzo di bilancio, ma appunto gli arredi delle sue stanze. Come se il suo predecessore, con i mobili disponibili, non avesse potuto svolgere l’incarico. Ma che pretese sono in questo momento storico di pandemia? E che la “priorità” di Bevere fossero gli arredi si è notato anche in una risposta che il dg ha inteso inoltrare al noto volto televisivo Lino Polimeni. “Lo scrivente – afferma Bevere –, all’atto del suo insediamento nel mese di luglio scorso, disponeva di una stanza con una scrivania ed una poltroncina, nonché di una libreria di dimensioni molto contenute: per tale ragione ho chiesto, per le vie brevi, ai direttori degli altri dipartimenti se disponevano di un tavolo per le riunioni da poter utilizzare presso la mia stanza. Dopo circa tre mesi mi furono consegnate ‘in prestito’, da altri colleghi, un tavolo di piccole dimensioni, consunto dall’uso, nonché alcune sedie di tipologie diverse”. Quindi, è lo stesso Bevere a confermare che il suo principale interesse fosse per l’arredo. Ti aspetti che visto il mega-stipendio si danni notte e giorno per risollevare il suo dipartimento, per dare risposte nella sanità territoriale e negli ospedali. Invece, fin dai primi giorni ha trovato il tempo per lamentarsi e dedicarsi allo stato degli arredi. Ricordiamo, che la Cittadella è stata inaugurata nel 2016. Tutto si può dire meno che sia un ambiente di lavoro vetusto». 

«La questione non è la spesa»

«In definitiva – sottolinea il sindacato Csa-Cisal –, Bevere non ha capito che la questione posta dal sindacato non era l’ammontare della spesa, ma che nelle condizioni in cui versa la Sanità calabrese, situazione precaria aggravata dalla pandemia, e nel suo ruolo da manager super-stipendiato non è assolutamente il caso si occupi degli arredi. Ci sono tante altre emergenze su cui mettersi a lavorare giorno e notte e, semmai, voleva togliersi lo sfizio dei mobili avrebbe potuto utilizzare il suo bonus esclusivo da 45 mila euro. Ci sarebbe stato soltanto un caso in cui si poteva chiudere un occhio: il direttore generale del dipartimento doveva dimostrare, con i fatti, di meritarsi tutto lo stipendio e anche il “benefit” dei mobili per il suo ufficio. Peccato che la Sanità calabrese resti ultima in quasi tutte le graduatorie nazionali. Potrà anche affaticarsi a far pubblicare sul portale istituzionale la presunta attività svolta, – a parte che lui dirige non solo il dipartimento Politiche sociali ma anche quello Sanità, forse gli sarà sfuggito nel resoconto – ma la cosa essenziale è che la popolazione calabrese non ha notato alcun miglioramento. Sa soltanto che è il dg con la retribuzione più elevata della Cittadella e che ha una passione per i mobili. Siamo ancora disponibili ad ascoltare un’eventuale replica – questa volta indirizzata direttamente al sindacato, visto che finora non ne ha avuto il coraggio – per dimostrare che sta facendo funzionare meglio la sanità. A noi e, soprattutto, ai cittadini non sembra proprio. Ci aspettavamo - conclude la nota - che il presidente facente funzioni decidesse di prendere posizione di fronte a questa vicenda assolutamente evitabile sul piano dell’opportunità mentre i calabresi sono afflitti dagli effetti nefasti del Covid-19. Forse è arrivato il momento di prendere coraggio ed agire per il bene dei cittadini e non di burocrati a cui tutto è concesso ma che non hanno dimostrato niente».