Non sappiamo se il consigliere comunale di Joppolo, Mimmo Taccone, 23 anni, residente nella frazione Caroniti, eletto il 5 giugno del 2016, abbia ben compreso diritti e doveri connessi all’incarico pubblico che ricopre e per il quale ha chiesto ed ottenuto dai suoi concittadini 70 voti.

 

Sappiamo però ciò che vediamo. Sono le ore 3.37 di notte del 17 novembre scorso quando nel reparto detenuti dell’ospedale Maggiore di Parma muore all’età di 80 anni Totò Riina, il sanguinario capo di Cosa Nostra, pluricondannato all’ergastolo per aver ordinato, ed in alcuni casi eseguito materialmente, decine di omicidi e diverse stragi di mafia. Il personaggio, noto universalmente, non ha bisogno di presentazioni.

 

Alle ore 13.28 dello stesso giorno (17 novembre) sul profilo facebook del consigliere comunale di Joppolo, Mimmo Taccone, compare il seguente messaggio-post: “Un minuto di silenzio per lo zio Totò”. Non sappiamo se lo stesso consigliere abbia poi realmente osservato in prima persona “un minuto di silenzio” per “lo zio Totò”, ma di certo muta è rimasta sinora sull’episodio la politica locale, alquanto e che rischia di essere travolta da un “caso” che travalica gli stretti confini paesani e provinciali.

 

Ad oggi – ed è passato oltre un mese – il post-shock è infatti ancora presente sulla bacheca facebook del consigliere comunale ed ha ottenuto pure 7 “mi piace”. Non grandi numeri, certo, ma pur sempre qualcosa, considerato che si sta parlando di Totò Riina. Numeri che diventano però significativi se li si pesa sulla base del “lasso temporale” e se si pensa che il consigliere comunale su facebook conta 709 “amici” e fra loro non mancano assessori e consiglieri del Comune di Joppolo, impiegati comunali e leader politici locali veri, presunti ed aspiranti tali. Non sappiamo quanti fra loro si siano accorti del massaggio diseducativo (per non dire altro) lanciato dal loro amico-consigliere comunale che “inneggia” a “zio Totò”, ma di sicuro nessuno fra loro è riuscito sinora ad ottenere la rimozione (se mai l’ha chiesta) del post che pone serissimi interrogativi sulle modalità di individuazione e selezione da parte della politica dei vari “personaggi” chiamati a gestire la cosa pubblica attraverso l’occupazione di cariche pubbliche elettive negli enti locali.


Eppure la Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi, nel maggio del 2016, un mese prima delle elezioni che hanno registrato la vittoria della lista “Insieme per ricominciare” con sindaco Carmelo Mazza, ed in cui ha trovato posto anche Mimmo Taccone, aveva dedicato un apposito capitolo a Joppolo sottolineando l’alto “rischio illegalità” che corre il Comune.


“L’insieme degli elementi emersi – ha scritto la Commissione antimafia – sebbene inidonei a fondare un provvedimento dissolutorio” (tanto è vero che il Tar del Lazio ed il Consiglio di Stato hanno poi annullato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dei precedenti organi elettivi) rappresentano “tuttavia una situazione ad alto rischio che, da anni, interessa Joppolo”. Un Comune dove una “diffusa illegalità  – ha evidenziato ancora l’Antimafia – ha caratterizzato i settori dell’amministrazione comunale che hanno interessato la programmazione, lo sviluppo, la gestione del territorio e delle risorse, l’assunzione del personale, i contratti per l’esecuzione di opere e l’acquisizione di servizi”.

 

Da sottolineare, inoltre, che il processo nato dall’operazione “Chopin” sulle ville nella frazione di Coccorino – che vedeva fra gli imputati anche Giuliano Sterza, padre dell’attuale assessore Dino Sterza e dove il Comune di Joppolo si era costituito parte civile -, si è concluso con la prescrizione dei reati contestati, mentre congiunti di consiglieri comunali di maggioranza vengono citati in recenti inchieste antimafia come quella denominata “Costa pulita”.

 

La Commissione parlamentare antimafia non ha mancato poi di evidenziare che, secondo le indagini prefettizie, si sono “registrati a Joppolo numerosi rapporti (intesi come parentele, frequentazioni, incontri o meri contatti) tra gli appartenenti all’amministrazione comunale e soggetti, direttamente o indirettamente, riconducibili al clan Mancuso”.

 

Ora, infine, l’ultima “perla” con il post su “zio Totò” sulla bacheca facebook del consigliere comunale Mimmo Taccone. Sicuramente un nuovo “grattacapo” per il sindaco Carmelo Mazza, i suoi supporter e per chi ha voluto lo scorso anno Taccone in lista. Una scelta che potrebbe costare “cara” – l’attenzione del prefetto di Vibo, Guido Longo, sugli enti locali è massima – al Comune di Joppolo in quanto va a ledere direttamente irrimediabilmente l’immagine, il prestigio e la credibilità esterna che gli organi elettivi di un ente locale devono pur sempre conservare. Anche a tempo scaduto ed a dispetto di chi invoca un “minuto di silenzio” per il decesso di uno dei peggiori criminali italiani.

 

G.B.