Dall’Azienda Ospedaliera di Cosenza, come già anticipato dal nostro network, assicurano di aver già riattivato le prenotazioni per accedere alla interruzione volontaria di gravidanza, sospese per alcuni giorni in seguito alla conversione dell’unico dei medici praticante gli aborti, in servizio all’Annunziata. Giovedì prossimo,28 luglio, riprenderanno gli interventi grazie all’impiego di un altro specialista, reclutato attraverso una manifestazione di interesse urgente. Ma un solo medico non è sufficiente secondo i collettivi femminili del capoluogo bruzio, oggi in catene per protesta davanti l’ingresso del nosocomio.

Criticità nazionale

La criticità è comune in tutto il Paese poiché se da un lato la Legge 194 garantisce il diritto all’aborto, dall’altro anche i medici hanno facoltà di dichiararsi obiettori in qualsiasi momento. Per inciso, anche il giorno dopo essere stati assunti. In sostanza, non esiste la possibilità per le strutture sanitarie, di ingaggiare medici per le interruzioni volontarie di gravidanza ed avere la garanzia che tali specialisti non decidano poi di rifiutarsi di effettuare questa pratica.

Scaricabarile dell'Asp

E però bisogna dire che nel cosentino, a latitare su questo versante è soprattutto l’Azienda territoriale; come per altri fronti, leggasi punti di pronto soccorso e primo intervento, assistenza domiciliare e di prossimità, cancellazioni delle Usca e chiusura delle guardie mediche, anche nell’ambito del diritto all’aborto l’Asp tende a scaricare le proprie competenze sull’ospedale dove, di norma, dovrebbero giungere solo le acuzie e quindi quelle interruzioni che necessitano di interventi chirurgici. Invece all’Annunziata viene praticato anche l'aborto farmacologico, mentre l’Asp neppure questo servizio garantisce. Ed anche i consultori sono ormai svuotati di personale e funzioni .