Il segretario generale Aldo Di Giacomo annuncia incontri alla Camera e al Senato: «Mi farò interprete della frustrazione del personale penitenziario che si sente abbandonato dallo Stato». Tra le priorità: «Rompere la rete di comando e mettere fine alle aggressioni agli agenti»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Lo ripetiamo, inascoltati, da troppo tempo: nelle carceri comandano loro. Ma almeno noi non abbiamo alcuna intenzione di delegare a loro il “buon ordine”». Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria – Aldo Di Giacomo, dopo le rivelazioni del collaboratore di giustizia lametino Gennaro Pulice sulle regole degli ‘ndranghetisti in carcere.
«Le dichiarazioni raccolte dal collaboratore di giustizia ed ex killer della ‘ndrangheta calabrese - aggiunge Di Giacomo - non aggiungono nulla a quanto già sappiamo sulle cosiddette regole e le gerarchie di comando nei penitenziari. È anche questo il segno che l’“emergenza carcere” ha raggiunto un punto di non ritorno e richiede una sua urgente iniziativa. Per questa ragione in settimana terrò incontri alla Camera e al Senato con parlamentari facendomi interprete del diffuso sentimento di frustrazione e smarrimento del personale penitenziario che si sente abbandonato nel combattere una battaglia di legalità che deve diventare innanzitutto una battaglia dello Stato».
Secondo il segretario generale del sindacato la priorità è «rompere la rete di comando dalle celle e mettere fine alle aggressioni agli agenti che in poche settimane ha superato il 180% in più dello stesso periodo dello scorso anno, con conseguenze sempre più gravi per gli agenti. E se non bastasse le rivolte sia nelle carceri che negli istituti per minori sono aumentate del 50%; le evasioni e i tentativi di evasioni hanno subito un incremento esponenziale; il ritrovamento di droga e di telefonini è pressoché quotidiano. Il nostro sos ha maggiore urgenza di risposte in previsione della stagione estiva durante la quale, da sempre, si registrano maggiori tensioni, mentre buona parte del personale non sa ancora se e quando potrà andare in ferie. Come sindacato abbiamo tenuto numerose iniziative – ultima in ordine di tempo il tour tra le carceri del Nord – denunciato in interviste e servizi televisivi nazionali e locali, articoli di giornali, comunicati e documenti, ma non ci sono segnali di assunzioni di responsabilità. Per questa ragione, chiederemo ai parlamentari un intervento personale e diretto innanzitutto per recuperare il rapporto di fiducia tra lo Stato e il Corpo, che altrimenti sarebbe irrimediabilmente compromesso».