I rappresentanti della Cittadella non hanno dato la disponibilità a farsi intervistare dall'organizzazione internazionale indipendente. Ma i numeri e le lacune parlano chiaro
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Si è ricordata ieri la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne con convegni, dibattiti e post sui social, ma sullo sfondo della nostra Regione c’è la gravità dello scarso utilizzo dei fondi. Abbiamo già visto come le risorse destinate alla Regione Calabria siano tornate indietro, invece di essere non erogate a favore dei centri antiviolenza e delle case rifugio, che costituiscono il perno del sistema antiviolenza regionale.
Il rapporto 2020: spesi il 10% dei fondi in Italia
I dati sulle risorse e l’attuazione del Piano antiviolenza 2017-2020 evidenziano che solo il 10% dei fondi 2019, nonostante la pandemia, sono arrivati ai centri antiviolenza. È quanto denuncia il nuovo rapporto di ActionAid, organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alle cause della povertà, dal titolo “Tra retorica e realtà - Dati e proposte sul sistema antiviolenza in Italia” che ha monitorato i fondi statali previsti dalla legge 119/2013 (la legge sul femminicidio) insieme all’attuazione del Piano antiviolenza 2017-2020.
Il rapporto 2020, inoltre, si è focalizzato sulla risposta all’emergenza Covid19 in Calabria, mettendo in evidenza i ritardi ormai storici della ripartizione e erogazione dei fondi dallo Stato alle Regioni, che la pandemia ha reso ancora più gravi mostrando le enormi difficoltà gestionali, economiche e di coordinamento del sistema di protezione nelle tre regioni. Difficoltà dal forte impatto sulla vita delle donne che si sarebbero potute evitare soprattutto se i piani nazionali contro la violenza fossero stati regolarmente realizzati dal 2014 ad oggi.
Il focus sulla Calabria: la Regione si nega ad ActionAid
Il focus territoriale sulla Calabria di ActionAid ha avuto la disponibilità di rappresentanti delle associazioni delle provincie di Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia, mentre mette nero su bianco l’indisponibilità ad essere intervistati dall’organizzazione indipendente di nessun rappresentante del Settore politiche di genere e pari opportunità della Regione Calabria, nè di alcun responsabile sulla gestione dei fondi per i centri antiviolenza e per le case rifugio.
Nel rapporto si legge che in Calabria le strutture antiviolenza sono “il vero motore e fulcro del sistema territoriale di contrasto alla violenza”, mentre le istituzioni regionali “nonostante gli sforzi messi in campo soprattutto negli ultimi anni, continuano ad essere ancora lontane dal condividere una strategia di lavoro comune con i centri antiviolenza; gli enti locali tendono ad essere poco presenti. Le reti territoriali inter-istituzionali antiviolenza sono in larga parte assenti o ancora non sufficientemente strutturate o dotate di strumenti di coordinamento efficaci. Spesso sono di tipo informale e basate più su relazioni personali. Inoltre, la Regione Calabria non risulta aver attivato proattivamente misure ad hoc e avere messo a disposizione fondi regionali a sostegno dei centri antiviolenza e delle case rifugio durante il lockdown”.
Violati gli standard internazionali
Nel rapporto ActionAid si precisa che in Calabria c’è un centro antiviolenza ogni 67mila donne di età superiore ai 14 anni, mentre c’è una casa rifugio ogni 218mila donne di pari range di età, a fronte degli standard definiti a livello internazionale che stabiliscono vi debba essere un centro antiviolenza ogni 50.000 donne maggiori di 14 anni residenti sul territorio e una casa rifugio ogni 10.000. Proprio il numero esiguo di case rifugio, secondo ActionAid, riflette uno dei punti deboli del sistema antiviolenza della Calabria.
Le risorse statali annuali assegnate sono 1.927.232,84 euro, mentre i fondi regionali stanziati “solo” 400mila. Questo sebbene la legge regionale 20/07 stabilisca lo stanziamento annuale di 800 mila euro per interventi di protezione, ma dall’analisi dei bilanci regionali fatta dall’organizzazione, è risultato che la Regione Calabria ha allocato annualmente metà della somma prevista (circa 400 mila euro) per finanziare i centri antiviolenza, a cui sono stati, quindi, mediamente riservati circa 20.000 euro annui a centro, ad integrazione della quota parte dei fondi statali.
Secondo i dati resi disponibili dalla Regione e aggiornati ad ottobre 2019, i centri antiviolenza iscritti all’albo regionale sono 13, mentre le case rifugio sono solamente 4 per un totale di 47 posti letto per donne con minori. Decisamente pochi.