I dati delle segnalazioni analizzati dalla Corte dei conti. Nella regione casi in aumento: 8,7 milioni nel 2023 (erano 8 nel 2022). Restituiti all’Ue meno di 2 milioni dopo la decertificazione
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Il “bollino” – non uno di cui andare fieri – arriva dalla Corte dei conti che, nel giudizio di parificazione del Rendiconto generale dello Stato per il 2023, rilancia l’allarme sulle frodi comunitarie: troppe, sebbene i numeri siano in leggero calo rispetto all’anno precedente.
La Calabria invece va in controtendenza: i numeri delle truffe aumentano e superano il 50% del totale delle frodi segnalate in tutto il Paese per Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e Fse (Fondo sociale europeo). Se nel 2022 le segnalazioni erano pari a 8 milioni di euro, nel 2023 la cifra sale a 8,7 milioni. Non è l’unico caso in controtendenza tra le regioni, ma per tutte le altre si tratta di cifre molto più contenute. Per fare qualche esempio le Marche passano da 75mila euro a 458mila; il Lazio da 11mila a 358mila; la Liguria da 15mila a 372mila. Altro dato significativo: la seconda regione nella poco edificante classifica è la Puglia con 2,2 milioni di euro di frodi segnalate, comunque molto in calo rispetto all’anno precedente, quando i milioni erano 6,2.
Sul piano nazionale, evidenzia la magistratura contabile, «gli organismi pagatori italiani nel settore agricolo hanno comunicato all’Olaf (Ufficio europeo per la lotta antifrode) complessivamente 293 casi irregolari, in lieve decremento rispetto ai 307 del 2022, per un corrispettivo finanziario» di oltre 22 milioni di euro (nel 2022 erano 26,31 milioni).
Riguardo ai fondi strutturali, invece, «nel 2023 sono stati segnalati 155 casi (nel 2022 erano stati 105)», nella stragrande maggioranza riferiti al Fesr. Per 143 casi sono state attivate procedure amministrative, mentre in 8 sono stati avviati procedimenti giudiziari penali.
Il “primato” della Calabria si riferisce proprio a questo ambito delle frodi segnalate, cioè quelle che investono il campo dei fondi strutturali.
La Corte dei conti analizza anche il quadro delle procedure di “decertificazione” dei progetti per i quali sono emerse irregolarità. I progetti vengono così esclusi direttamente dal finanziamento europeo. Anche in questo caso un prospetto mostra il quadro completo delle situazioni irregolari rilevate e delle misure di decertificazione adottate. E nuovamente la Calabria mostra un profilo anomalo: su 8,7 milioni decertificati ne vengono recuperati soltanto 1,7. Resta così “appesa” una quota irregolare di quasi 7 milioni di euro ancora da recuperare. I giudici contabili non possono che sottolinearlo: «Spiccano i dati negativi delle Regioni Calabria e Puglia». Un’altra patente di cui non andare fieri.