«In troppi sono ancora senza quarta dose»: è l'allarme lanciato dal presidente del Consiglio superiore della sanità Franco Locatelli. A livello nazionale, infatti, l'adesione media è ancora troppo bassa: solo il 10,7% ha deciso di effettuare la dose booster. E il dato più preoccupante - come sottolinea lo stesso Locatelli nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera - riguarda soprattutto le regioni del Sud.

La percentuale di adesione alla dose booster, destinata a una platea composta da 4 milioni e 422 mila italiani, che comprende immunodepressi, fragili e anziani over 80, è infatti sotto il 3% in Calabria, Sicilia, Umbria, Sardegna, Basilicata e Puglia, mentre è sotto il 10% in Molise, Marche, Provincia di Bolzano, Campania, Valle d’Aosta, Veneto, Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia, Provincia di Trento e Toscana. Dati che - secondo quanto è riportato nell'intervista a Locatelli - preoccupano in prospettiva, visto che per ora la pandemia è sotto controllo.

L'epidemia in Italia

Ieri, infatti, per la prima volta da marzo, il totale degli attuali positivi al Covid è sceso sotto il milione (998.118). Tuttavia l’avanzata delle varianti in altri Paesi non consentirebbe di sentirsi al riparo: il rischio che il Covid rialzi la testa è abbastanza concreto.

Dosi booster: la classifica

L'adesione media alla quarta dose del vaccino anti-Covid è piuttosto bassa: 10,7% (474.548 somministrazioni, dato aggiornato a ieri). A livello regionale, peraltro, le differenze sono macroscopiche.

In testa alla classifica di dosi booster iniettate c'è il Piemonte con il 22,4%. Seguono l'Emilia-Romagna (19,7%), il Lazio (15,8%), la Liguria (14,7%) e la Lombardia (12,4%). Poi ci sono regioni vicine alla media nazionale. Infine quelle ben al di sotto: Puglia (3,9%), Basilicata e Sardegna (3,7%), Umbria (3,3%), Sicilia (3,1%) e ultima la Calabria (2,9%).