Il caso a Volpiano affrontato nelle motivazioni della sentenza del processo Platinum. Le multe cancellate a Giuseppe Vazzana che «trattava con sprezzo» il pubblico ufficiale e gli imponeva le proprie decisioni
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La ’ndrangheta imprenditrice di Volpiano, in Piemonte, aveva rapporti stretti con un vigile urbano. Tanto stretti che quel pubblico ufficiale si è speso per cancellare multe e, in qualche circostanza, ha chiuso due occhi per evitare guai a un uomo condannato per mafia. Di più: nelle pagine di motivazioni della sentenza del processo Platinum, la Corte d’Appello di Torino i giudici evidenziano che Paolo Busso «ha dimostrato di essere completamente asservito a un personaggio come Giuseppe Vazzana (condannato per mafia nello stesso procedimento), la cui caratura delinquenziale non poteva essergli sfuggita».
Il boss, in particolare, secondo quanto riporta La Stampa, «non aveva alcuna remora ad abusare della sua funzione pubblica, trattando Busso con sprezzo e imponendogli anche tempi molto solleciti per rispondere a richieste illegittime».
Un quadro che appare grave e, tuttavia, Busso è stato assolto (era stato condannato in primo grado) perché «il fatto non è più previsto come reato dalla legge», dopo l’abrogazione dell’abuso d’ufficio sancita dalla riforma Nordio.
È una storia esemplificativa degli effetti del provvedimento normativo criticato da più parti da magistratura e politica. Busso era imputato per essersi prodigato più volte nel cercare di evitare che Vazzana pagasse multe per infrazioni al codice della strada. Il primo episodio risale al 30 luglio 2015, quando Vazzana, a bordo di una Smart Four Four, fu fermato e multato per mancata revisione del veicolo. Busso «omise di attivare la procedura di riscossione dell'importo dovuto (da 169 a 680 euro)», tanto che la multa non venne mai incassata. Un episodio analogo avvenne il 25 gennaio 2017, quando Vazzana, a bordo di una Jaguar con revisione scaduta, non fu soggetto alla procedura di riscossione da parte di Busso.
Un altro episodio risale al 15 novembre 2017, quando Vazzana, alla guida di una Fiat Punto, passò con il semaforo rosso all'incrocio tra corso Kant e via Venezia a Volpiano. Busso «accertò la violazione e irrogò la sanzione, ma omise di procedere alla decurtazione di 6 punti dalla patente». Infine, il 5 luglio 2018, Vazzana, con una Bmw X3 parcheggiata in una zona con sosta a pagamento senza esporre il tagliando, non ricevette la notifica della sanzione da 41 euro da parte di Busso, e anche questa multa fu archiviata. Tutti casi non più punibili.