Il report aggiornato dell’Istituto superiore della sanità conferma l’efficacia: da gennaio 86% di copertura contro la malattia grave per chi ha ricevuto il booster. Ma più passa il tempo dall'ultima somministrazione minore è la protezione
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Il vaccino continua a fare il suo lavoro di copertura, soprattutto in relazione alle conseguenze gravi del Covid, ma la finestra di protezione si restringe progressivamente con il passare del tempo trascorso dall’ultima somministrazione, affievolendo le differenze tra vaccinati e non. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità.
L'efficacia del vaccino anti-Covid nel periodo di prevalenza Omicron (dal 3 gennaio) è dell'86% contro la malattia severa nei vaccinati con dose booster. Lo evidenzia l'Iss, sottolineando che passa al 67% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 68% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 70% nei vaccinati con ciclo vaccinale completo da oltre 120 giorni. Contro i contagi, invece, l'efficacia del booster è del 50%, e scende al 37% nei 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, al 28% tra i 91 e 120 giorni, e 45% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale.
Alcuni dati apparentemente non conformi all'atteso, come l'efficacia nei vaccinati con ciclo completo da 91-120 giorni inferiore all'efficacia nei vaccinati con ciclo completo da oltre 120 giorni, spiega l'iss, «è da attribuire ad alcuni limiti dell'analisi, tra cui i più importanti sono la cospicua diminuzione dei soggetti suscettibili a partire dal mese di gennaio 2022, in relazione all'aumento della circolazione della variante Omicron, altamente trasmissibile, con il risultato di un aumento della quota di persone che hanno avuto un'infezione non notificata, che per l'analisi risultano come 'non vaccinati' e che però hanno una protezione data dall'infezione».
Dopo alcuni mesi di circolazione della variante Omicron, aggiunge l'Iss «il confronto tra vaccinati e non vaccinati sta quindi perdendo progressivamente di validità nel calcolo dell'efficacia visto che negli ultimi mesi il numero di nuove infezioni è stato particolarmente elevato, portando quindi ad una riduzione del numero dei suscettibili, in particolare nel gruppo dei non vaccinati e nelle fasce più giovani. Analizzando infatti le stesse tabelle nel periodo precedente la circolazione di Omicron, tali anomalie non si evidenziano».
Altro dato di grande importanza è quello che riguarda il tasso di mortalità nella popolazione sopra i 12 anni: nel periodo 20 maggio-19 giugno per i non vaccinati (10 decessi per 100.000 abitanti) risulta circa sette volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (1 decesso per 100.000 ab.) e circa sei volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (2 decessi per 100.000 ab.). Lo evidenzia il report esteso dell'Istituto superiore di sanità che accompagna il monitoraggio settimanale.
Per quanto riguarda il tasso di ricoveri nel periodo 27 maggio-26 giugno per i non vaccinati (2 ricoveri per 100.000 abitanti) risulta una volta e mezzo più altro rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (2 ricoveri per 100.000 ab.) e circa tre volte e mezzo volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (1 ricovero per 100.000 ab). Sempre nello stesso periodo e sempre relativamente alla popolazione sopra i 12 anni il tasso di ospedalizzazione per i non vaccinati (66 ricoveri per 100.000 ab.) risulta all'incirca due volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (23 ricoveri per 100.000 ab.) e oltre tre volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (19 ricoveri per 100.000 ab.).