Ferma opposizione dei primi cittadini dopo l'annuncio di tagli alle postazioni di continuità assistenziale. Pronti a rivolgersi al Tar e intraprendere una massiccia mobilitazione con forti azioni di protesta
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Sta assumendo i contorni di una vera e propria rivolta la prospettiva - contenuta nell'aggiornamento all'accordo integrativo regionale - di procedere ad un taglio delle postazioni di continuità assistenziale per effetto dell'adeguamento ai nuovi standard nazionali. Il documento è stato già sottoscritto dalla Regione d'intesa con le organizzazioni sindacali ed è stato ora trasmesso a Roma per essere sottoposto ad una prima valutazione dei ministeri che vigilano sul piano di rientro sanitario calabrese.
La sforbiciata
Superato lo scoglio dei tecnici ministeriali, un altro però ben più insidioso da affrontare attende il dipartimento Salute e Welfare e l'Asp di Catanzaro, chiamata nei fatti all'applicazione dell'accordo che prevede una corposa sforbiciata alle ex guardie mediche: ovvero, i sindaci del catanzarese. I primi cittadini hanno già manifestato intenzioni bellicose dichiarandosi pronti ad opporsi con ogni mezzo al ridimensionamento della rete di continuità assistenziale.
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Bagno di sangue
Ben 59 i sindaci finora saliti sulle barricate, non un inedito. Già in passato per l'Asp di Catanzaro era risultato vano il tentativo di mettere mano alla rete territoriale per aver trovato la ferma opposizione delle amministrazioni locali, ora nuovamente pronte a dare battaglia. «Non possiamo permettere che il nostro territorio venga ulteriormente penalizzato» si legge in una nota diffusa dai sindaci del catanzarese. «I cittadini hanno già sofferto abbastanza per l’isolamento e l’insufficienza dei servizi, e non siamo disposti a cedere. Siamo pronti a intraprendere battaglie legali, manifestazioni e azioni di protesta, fino a quando non sarà garantita una rete di continuità assistenziale adeguata ai bisogni delle persone».
Inadeguatezza della rete territoriale
Nemmeno a dirlo, sul banco degli imputati ci finisce la gestione sanitaria del territorio con l'arcinota «inadeguatezza dei mezzi di soccorso, con ambulanze spesso prive di medici a bordo, rendendo di fatto inutile l’intervento in situazioni di emergenza sanitaria». Per cui, il ridimensionamento della rete «significherebbe, di fatto, privare interi territori di un servizio essenziale, lasciando i cittadini senza assistenza in orari critici».
Salute a rischio
I sindaci sottolineano come «già allo stato attuale il sistema sanitario non riesca a garantire una risposta tempestiva alle emergenze sanitarie» e quindi il taglio delle ex guardie mediche «metterebbe ulteriormente a rischio la salute e la vita delle persone, in un contesto dove le difficoltà di accesso alle cure non possono essere sottovalutate. Le strade che collegano i piccoli centri agli ospedali di riferimento sono in pessimo stato, e molti comuni montani rischierebbero di essere completamente isolati».
Sulla stessa scia anche il Pd calabrese che in una nota censura il rischio di un’ulteriore perdita di sedi della guardia medica, «indispensabili – sottolineano i dem calabresi – soprattutto nelle aree lontane dai presidi ospedalieri e con gravi difficoltà di collegamento ai centri più grandi». «Di fronte alle pesanti carenze di tutele sanitarie nelle aree interne e periferiche, il presidente della Regione Calabria – osservano i dem – ha il dovere, nella sua veste di commissario del governo, di redistribuire in maniera diversa le risorse disponibili, investendo con priorità nei servizi di base come l’ex guardia medica».
L'esercito della fasce tricolori
Di seguito i sindaci già dichiaratisi contrari al ridimensionamento della rete di continuità assistenziale: Borgia, Zagarise, Chiaravalle, Palermiti, Cardinale, Jacurso, Marcellinara, San Pietro a Maida, Pentone, Fossato Serralta, Cicala, San Floro, Cropani, Centrache, Sant’Andrea Apostolo, Olivadi, Argusto, Taverna, Marcedusa, Serrastretta, Isca sullo Ionio, Montepaone, Pianopoli, Miglierina, Amato, Feroleto, Gizzeria, Gimigliano, Martirano, Gasperina, Satriano, San Mango d’Aquino, Simeri Crichi, Amaroni, Montauro, Stalettì, Guardavalle, Soveria Mannelli, Carlopoli, San Vito sullo Ionio, Decollatura, Vallefiorita, Platania, Curinga, Torre Ruggiero, Botricello, Martirano Lombardo, Gagliato, Sellia Marina, Cenadi, Lamezia Terme, Caraffa, Albi, Cortale, Tiriolo, Petrizzi, San Pietro Apostolo, Motta Santa Lucia.