Il primo cittadino del piccolo comune attaccato a Steccato Simone Puccio, alternandosi con il comandante dei Vigili urbani, e alcuni consiglieri comunali, perlustra tutta la zona dal giorno del naufragio
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Con il quad perlustra la spiaggia di Steccato di Cutro (Crotone), dalla mattina alla sera, alla ricerca di corpi. Sono ancora decine, infatti, i dispersi del naufragio di domenica mattina. Ma non è un poliziotto o un vigile del fuoco. È il sindaco di Botricello, piccolo comune attaccato a Steccato di Cutro. Un paese di 5 mila abitanti. Simone Puccio, alternandosi con il Comandante dei Vigili urbani, Rosario Pignanelli, e alcuni consiglieri comunali, da una settimana perlustra tutta la zona. E nei giorni scorsi ha trovato anche un cadavere. Mentre un altro cadavere, di un bimbo di pochi anni, lo ha avvistato a le onde lo inghiottivano non appena tornava a riva. «Dopo quello che è successo non riesco a stare seduto alla scrivania», racconta il sindaco Puccio all'Adnkronos.
«Noi, come Comune, abbiamo un Quad che riesce a percorre senza problemi tutta la spiaggia. Così abbiamo deciso di dare una mano alle forze dell'ordine e da domenica abbiamo pattugliato la zona vicina a Steccato e da martedì a Steccato».
La strage dei migranti | Una croce con i legni del barcone naufragato per la Via Crucis organizzata a Cutro: «Qui con i nostri fratelli musulmani»
«Facciamo dei turni - spiega ancora il sindaco Puccio - uno di mattina e uno nel pomeriggio, ci alterniamo con il Comandante dei vigili urbani Rosario Pignanelli. Io ho fatto i primi tre giorni, ora si alternano anche i miei consiglieri comunali, con squadre di due persone alla volta». «È una tragedia immane - dice ancora il sindaco Puccio mentre guida il Quad - bisognava dare una risposta concreta e io l'ho data in questo modo. Non me la sento di stare alla scrivania, facciamo dunque questi 'turni' di tre ora la mattina e tre ore il pomeriggio e quando serve anche di più, è l'unico modo per contribuire concretamente. E due consiglieri comunali hanno trovato il corpo di un bimbo di appena 4 anni».
«La scena più brutta è stata due giorni fa - racconta Puccio - quando verso le 18, abbiamo visto affiorare il corpo di un bimbo che tornava sempre a galla ma non siamo riusciti a riprenderlo. Ed è sparito inghiottito dalle onde, nemmeno i sommozzatori sono riusciti a intervenire».
«Vedere i corpi di quei bambini fa un certo effetto»
Questa mattina le ronde continuano con un consigliere comunale. «Facciamo i turni, è stancante - dice ancora il primo cittadino di Botricello - Bisogna sempre tenere lo sguardo fisso sul mare». In questi giorni Simone Puccio ha incontrato dei pescatori. Anche loro aiutano nella ricerca. È emotivamente provato, il sindaco. E non lo nasconde. «È un trauma - spiega - questa tragedia ti fa capire quanto sia opportuno fermarsi un attimo e riflettere. C'è troppa arroganza e presunzione, dobbiamo capire che arrivato il momento di fermarci un attimo. Vedere i corpi dei bambini fa un certo effetto».
In questi giorni «abbiamo incontrato dei parenti dei dispersi. C'era ad esempio una famiglia arrivata dalla Germania, marito e moglie, a cercare il fratello della moglie, un trentenne afghano. Stavano in spiaggia a piangere e pregare. In un'altra occasione un'altra persona arrivata dalla Danimarca ci ha fatto vedere la foto di un bambino ma non parlava inglese. Non siamo riusciti a capirci».
Nei giorni scorsi il sindaco di Botricello ha proclamato un minuto di silenzio nelle scuole e l’invito a «riflettere sul dramma avvenuto all’alba di domenica sulle coste della Calabria». Puccio ha anche proclamato il lutto cittadino. Da domenica sono in corso diverse iniziative di solidarietà con la raccolta di beni di prima necessità, la concessione di loculi da parte del Comune.
«Quanto accaduto domenica – ha affermato Puccio – non deve rimanere una strage senza conseguenze, bisogna aprire una discussione seria smuovendo anche le coscienze della popolazione, per questo ho chiesto alle nostre scuole di parlare di questo tema oltre a tenere un minuto di raccoglimento. I nostri giovani – ha concluso – devono crescere con la cultura dell’accoglienza, della solidarietà e della fraternità».