«Ci risiamo. Questa mattina mi è stato comunicato l'insediamento della commissione d'accesso antimafia». Giusto un mese fa il sindaco di Scilla, Pasqualino Ciccone, annunciava su Facebook l'accesso ispettivo al Comune. Oggi lo stesso risulta indagato nell’ambito dell’operazione antimafia scattata questa mattina nel centro costiero reggino, che ha portato all’arresto di 22 persone.

«Notizia terribile che non avrei mai voluto dare a coloro i quali mi hanno sostenuto nel mio percorso di rilancio della città di Scilla - continuava il post -. In questo momento sono attraversato da mille pensieri e tanti sono "i perché?"».

«Adesso non cerco risposte a differenza di come ho fatto nel passato. Sono più debole e non più nelle condizioni di combattere contro i fantasmi. Mi ritiro in un silenzio religioso, nel bisogno di pace e serenità, nella speranza che alla fine, se non la giustizia terrena, trionfi la giustizia divina. Come sempre ho cercato di fare il bene del mio Paese, alle volte litigando ma sempre nell'interesse di Scilla. Probabilmente non servono uomini come me», scriveva ancora Ciccone.

Il primo cittadino ipotizzava una sorta di regia occulta dietro il provvedimento: «L'infiltrazione in generale negli organi dello Stato è molto pericolosa, non solo quella mafiosa ma tutte le infiltrazioni. Ad esempio, se un individuo ce l'ha con un altro individuo che ricopre un ruolo importante come essere Sindaco e il primo conosce ad esempio un colonnello della Finanza o di qualche altra forza dell'ordine a cui riesce a millantare cose non vere sul secondo e se a questo si aggiungono ad esempio lettere anonime di cui magari il primo soggetto è l'artefice dei contenuti e che fanno ritenere vero quanto millantato e se poi si aggiunge sempre per ipotesi qualche altra persona che riveste un ruolo importante e che era abituato ad ottenere vantaggi da chi oggi si sente bistrattato da un sindaco qualunque che ha messo in evidenza i loro comportamenti non regolari , il gioco è fatto».

«Se poi si aggiunge qualche altra organizzazione di fratellanza che come credo ha la difesa dei propri appartenenti l'obiettivo si raggiunge: ci si vendica del nemico infiltrandosi negli organi dello Stato, ingannando alcuni di essi assolutamente in buona fede, e finalmente si elimina il nemico. La storia è piena di questi episodi. Ancora una volta servirà tempo per ristabilire la verità, ma per me sarà tardi», concludeva il post Ciccone.