Dieci anni dopo la sua morte e in coincidenza anche con il novantesimo anniversario della sua nascita, la figura di Mino Martinazzoli, storico dirigente della DC, più volte parlamentare e ministro, torna alla ribalta con la ristampa del libro intervista di Annachiara Valle - Uno strano democristiano - Il cambiamento impossibile - edito da Rubbettino.

Pensiero politico attuale

L'esigenza di questa pubblicazione, però, non deriva esclusivamente dalla cifra tonda dei due anniversari. In questo periodo politico è estremamente importante riaccendere un faro sull'attualità del pensiero di Martinazzoli, ultimo segretario del partito sciolto dopo la bufera di tangentopoli, protagonista di una stagione controversa scandita anche dalla mancata occasione di ricostruire una classe dirigente credibile e preparata. Stagione ricostruita a quattro mani, svelando anche inediti retroscena, dallo stesso esponente politico e dalla giornalista e scrittrice cresciuta in riva al Crati, oggi apprezzata vaticanista di Famiglia Cristiana.

Relatori prestigiosi

Per questo la presentazione del volume, ospitata nel Museo dei Bretii e degli Enotri di Cosenza, ha offerto l'opportunità per una riflessione sull'orizzonte dell'impegno politico dei cattolici, anche in assenza di un partito di riferimento. Moderato dal caporedattore Rai della Calabria Pasqualino Pandullo, il dibattito introdotto proprio da Annachiara Valle ha registrato gli interventi di Agazio Loiero, dell'ex segretario del Partito Popolare Pierluigi Castagnetti, di Agnese Moro, una delle figlie di Aldo Moro e del magistrato Biagio Politano.

Politica d'altri tempi

Di Mino Martinazzoli è emersa tra l'altro, la capacità di offrire risposte adeguate a problemi complessi, mettendo al servizio del bene comune il suo grande bagaglio culturale. Segno distintivo di un modo differente di fare politica, forse tramontato proprio con lo scioglimento della Dc e il fallimento del Partito Popolare. «Oggi abbiamo politici che scrivono più libri di quelli che leggono» ha detto Annachiara Valle fornendo la cifra del livello percepito all'esterno dei palazzi, della qualità dei rappresentanti istituzionali.

Manca la visione

Di cultura della politica attualmente carente ha parlato Pierluigi Castagnetti, che di Martinazzoli fu capo della segreteria politica, lamentandosi della mancanza di una visione proiettata verso il futuro: «Questo rivela anche una scarsa ambizione. Senza un disegno di futuro a cosa serve la politica? Ma la visione - ha aggiunto l'ex vicepresidente della Camera - deriva da un solido passato e dall'ambizione di voler cambiare le cose. Riconosco però la globalizzazione e la rivoluzione digitale rendono molto complicato svolgere il mandato politico, perché queste innovazioni hanno messo in crisi la rappresentanza. Però, proprio perché viviamo una fase complicata e difficile da gestire, servirebbe una preparazione più robusta».

Quello storico intervento

L'ex presidente della Regione, Agazio Loiero, ha ricordato lo storico intervento di Martinazzoli al congresso del 1989: «Forse - ha sottolineato - se fosse arrivato prima alla guida della segreteria di Piazza del Gesù, quando le sue parole riscossero oltre venti minuti di applausi, forse le sorti della Dc sarebero state diverse».