L'ipotesi più probabile è che la causa del decesso sia stata un'occlusione intestinale. Il giovane accusava dolori addominali dall'antivigilia di Natale: dimesso dall'ospedale, è stato nuovamente ricoverato a ridosso di Capodanno
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Sarebbe morto per un’occlusione intestinale Vishal Kumar, il giovane 24enne di origini indiane, deceduto nei giorni scorsi nel reparto di Chirurgia dell’ospedale di Locri e su cui la Procura ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Il ragazzo ha atteso circa 10 ore al Pronto Soccorso del nosocomio di contrada Verga per essere visitato, prima di morire nel reparto di Chirurgia. I familiari del giovane, assistiti dall’avvocato Miky Maio per tramite dello zio, hanno denunciato il fatto ai carabinieri. I militari hanno subito disposto il sequestro della cartella clinica e l’autopsia, che sarà eseguita nella prossima settimana, per accertare le cause del decesso. Soltanto dopo l’esame sarà dato il via libera per il rimpatrio della salma e la sepoltura in India.
I dolori addominali e i due trasferimenti in ospedale
Secondo le prime informazioni il ragazzo aveva già accusato dolori addominali la sera dell’antivigilia di Natale. Trasportato in ospedale è stato però dimesso, prima di tornarci nei giorni a ridosso di Capodanno per essere sottoposto ad esami di routine. Alla luce delle sue condizioni il reparto più indicato per il ricovero avrebbe dovuto essere quello di Gastroenterologia ma, a causa della carenza di personale medico, per lui è stato deciso il trasferimento in Chirurgia, dove è deceduto poche ore dopo. L’indagine dei magistrati di Piazza Fortugno mira ad accertare se nella circostanza ci sia stata negligenza o imperizia da parte dei sanitari che lo hanno assistito.
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La vicenda è stata resa di dominio pubblico dal presidente del tribunale per i diritti del malato e del cittadino Pino Mammoliti che nei giorni scorsi aveva denunciato nuovi disservizi in corsia. «Morire così giovane e in questo modo è assurdo – ha detto il penalista locrese – a Locri nessuno ha fatto niente per aumentare la qualità dell’offerta sanitaria. Qui al dramma, in luogo della speranza, è subentrata la rassegnazione».