Eliminare Pantaleone Mancuso, detto 'Luni Scarpuni'.Era questo l'ambizioso progetto criminale del clan dei Piscopisani. A fare la pesante dichiarazione è stato Raffaele Moscato, il pentito che era parte attiva del clan e che, come lui stesso ha dichiararto è stato colui che ha sparato al boss di Stefanaconi Fortunato Patania.


Moscato avrebbe raccontato nei minimi dettagli come si sarebbe dovuto consumare l'omicidio. Nel verbale del processo “Black money” c'è riportato, nero su bianco, che i poscopisani avevano intenzione di riempirlo di piombo e poi tagliargli la testa con un’ascia. La notizia, riportata dalla Gazzetta del Sud, chiarisce ancora una volta, quelli che erano i piani del clan dei Piscopisani, staccarsi dall'egemonia dei Mancuso nella provincia di Vibo Valentia.


Dalle dichiarazioni del pentito emerge che il progetto dei piscopisani avrebbe avuto l'approvazione dell'altra ala della famiglia Mancuso quella facente riferimento a Giuseppe Mancuso detto ‘Mbrogghia,un altro super boss ergastolano. A dare il via libera sarebbe stato Salvatore Cuturello, genero di ‘Mbrogghia, che avrebbe ritenuto “Scarpuni” responsabile della sparizione del padre avvenuta anni prima.


A convincere i piscopisani a compiere l'omicidio è stato - per come dichiarato dallo stesso Moscato - il tentato omicidio di Rosario Battaglia, risalente al 31 maggio 2010. Tutto era pronto quindi, per compiere l'agguato. Il commando formato da tre uomini armati di fucile a pompa, pistola, kalashnikov e accetta, era partito alla volta di Nicotera. Tutti a bordo di un furgoncino bianco guidato da una quarta persona, con parrucca in testa. L'agguato alla fine non c'è stato "solo perché - come ha dichiarato Moscato - non si sono create le condizioni giuste".