Fake news è uno dei termini statisticamente più cliccati nell’anno che sta per terminare. Un dato significativo, che ci racconta due verità: i lettori sono sempre affamati di notizie e non sono più sprovveduti come un tempo.

Ci è capitato, scorrendo i social, di notare come anche professionisti di grande spessore si siano lasciati ingannare da fake news. È un problema, ma non il più grave. Quel che più preoccupa è quando il giornalista non inventa di sana pianta una notizia (essa sì, facilmente verificabile), ma quando la manipola. In Calabria, il rischio che ciò possa avvenire è decisamente alto. Non più che altrove, in termini percentuali. Ma assai più rischioso, in termini di danni alla collettività. Perché dobbiamo dirlo senza nasconderci: qui, il problema è anche il giornalismo. Il motivo? Magari fosse uno soltanto. In primis, una fragilità editoriale che raramente garantisce autonomia e indipendenza ai giornalisti. Poi vi sono cointeressenze (politiche, economiche o giudiziarie) che spesso percorrono canali sotterranei e allora scopriamo che si dà una notizia, titolando in maniera totalmente difforme da quella che è la realtà. Che un fatto viene raccontato in maniera esattamente opposta, anche quando pretenderebbe solo obiettività.

Il 2017 ci consegna un anno non brillante sotto questo aspetto. Di episodi simili, purtroppo, ne abbiamo visti e letti parecchi. Da qui l’impegno, anche per l’anno che verrà, di un’informazione che non pretende di essere migliore, ma semplicemente indipendente e autorevole. E si è autorevoli solo quando si racconta la verità. Qualunque essa sia. Auguri!

Consolato Minniti