Ecomostro. Una parola è sufficiente a definire ciò che rimane del pontile di Lamezia Terme nell'area dell'ex Sir. Un progetto imponente naufragato, stavolta è proprio il caso di dirlo, nel giro di pochi anni.

Il sogno di un grande polo industriale della Calabria e dell'intero Sud Italia partito dalla Società italiana resine (Sir) e dal grande impianto chimico i cui prodotti sarebbero dovuti arrivare a bordo delle navi proprio al pontile oggi ridotto a un ammasso di ferro e ruggine. Ma mai nessuna imbarcazione è arrivata.

Un progetto che porta la data 1971 per il quale furono stanziati enormi finanziamenti, circa 200 miliardi di vecchie lire grazie al pacchetto Colombo, dal nome del primo ministro dell’epoca.

Ma nel giro di pochi anni la Sir fallisce, anche in Calabria chiude i battenti lasciando quello che da anni è al centro di polemiche, inchieste e di un vero e proprio disastro ambientale.

Un'area da bonificare

L'ex pontile da oltre 40 anni giace lì, solo sulla carta i tanti progetti di recupero e riconversione. Lo scheletro dell'imponente struttura resiste ma nel tempo ha subito diversi crolli che ne hanno interdetto l'area un tempo anche meta di turisti, fotografi e semplici curiosi dell'opera passata da simbolo di riscatto a simbolo di degrado e abbandono. Ma non è solo il pericolo di imminenti altri crolli a preoccupare, negli anni le analisi delle acque circostanti hanno fatto emergere dati sconcertanti. Da quel momento è un rimpallo di competenze tra Comune, Provincia e Stato su chi debba effettuare la bonifica.

E di bonifica si sta discutendo nuovamente anche nelle ultime settimane. Il deputato del M5s Giuseppe d'Ippolito ha annunciato che l'area dell'ex Sir è stata inclusa nel Piano regionale delle bonifiche che prevede anche il risanamento ambientale della dismessa discarica di Bagni.

L'incontro al Ministero

Lo scorso 14 maggio si è svolto poi un incontro promosso dalla senatrice Silvia Vono al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile sulla tematica del progetto Waterfront e Porto turistico di Lamezia.

Nel corso dell’incontro la vice presidente dell'ottava Commissione permanente Trasporti e Infrastrutture del Senato ha evidenziato «di aver voluto avviare una stretta collaborazione istituzionale con il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile per consentire una velocizzazione dei tempi necessari per lo studio e la bonifica delle zone demaniali su cui prenderà vita l’hub turistico. Un porto moderno, accogliente ed attrezzato per le sfide del turismo mondiale che parta da un miglioramento della viabilità interna e dalla bonifica di alcune aree del demanio attualmente caratterizzate da ecomostri, quale il pontile ex Sir, che nulla hanno a che vedere con l’immagine di una Calabria efficiente che si vuole rilanciare su cui anche la Regione, guidata dal Presidente Occhiuto, sta lavorando con grande impegno».

Nel corso dell’incontro «è stata condivisa l’importanza strategica e l’interesse pubblico del progetto waterfront e porto turistico - si legge ancora nella nota - ai fini del completo rilancio produttivo dell’area industriale ex Sir di Lamezia Terme, della valorizzazione dell’hub infrastrutturale e logistico lametino già esistente e da potenziare in stretto collegamento con aeroporto Internazionale, stazione ferroviaria, autostrada A2 del Mediterraneo e viabilità provinciale SS18 e SS Due Mari, del recupero ambientale dell’area e del tratto di costa di circa 3 km compreso tra il Fiume Amato ed il Torrente Turrina attualmente degradata e non fruita dai cittadini anche attraverso il possibile recupero e riutilizzo, da verificare a livello tecnico e strutturale, del vecchio pontile ex Sir di proprietà del demanio dello Stato oggi un Ecomostro in stato di abbandono».