Se i 239 rilievi sollevati sul progetto del Ponte sono una montagna da scalare per i tecnici della società Stretto di Messina, la legge italiana potrebbe essere un muro invalicabile. Uno studio presentato dall’ingegnere Paolo Nuvolone e consegnato al comune di Villa San Giovanni evidenzia un vincolo con il quale pare difficile scendere a compromessi: sul versante calabrese la struttura ricade nella cosiddetta fascia di non edificabilità stabilita nel 2015, dopo gli approfondimenti avviati dall’Ispra sulle faglie attive in Italia.

Leggi anche

Anche la relazione del tecnico sarà depositata assieme alle altre alla Commissione ministeriale Via, chiamata a vagliare uno per uno gli aspetti controversi della mega opera. Il pilone calabrese, LaC News24 ve lo ha raccontato nei giorni scorsi, sorgerà in un’area nella quale è presente una faglia attiva: la conferma è arrivata dai dati satellitari diffusi dal programma Copernicus. «Puntando l’occhio sullo Stretto di Messina – ha commentato Giovanni Barreca, del dipartimento di Scienze geologiche e ambientali dell’Università di Catnia –, i dati sul movimento del suolo mostrano chiaramente come il settore calabro compreso tra Cannitello, Villa San Giovanni e Campo Calabro – dove presumibilmente sorgerà il pilone calabro del Ponte – è in sollevamento, mentre quello a sud del torrente Catona (Gallico, Catona) è in abbassamento con tassi di movimento superiori a 1,5 millimetri per anno».

Leggi anche

Le mappe allegate alla relazione del Comune di Villa San Giovanni mostrano che tutta l’area di cantiere (punti di ancoraggio e pilone) ricade nell’area di totale inedificabilità indicata per legge. L’immagine che sovrappone le opere alla “zona rossa” evidenzia plasticamente la sovrapposizione. La legge stabilisce che «le infrastrutture, le opere connesse a sistemi infrastrutturali e, più in generale le lifelines in programma di realizzazione deve essere favorita la delocalizzazione». È così dal 2015: ai tempi della prima progettazione del Ponte questa norma non esisteva. Dunque, il dubbio è che gli elaborati siano stati presi dal progetto del 2011 e trasferiti nel nuovo schema dell’opera: una pianificazione immutata rispetto a 13 anni fa. A cambiare, però, sono state le leggi. E la loro lettura dice che il Ponte sullo Stretto è inedificabile.