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Giuseppe Iannicelli, assassinato a Cassano allo Ionio nel gennaio del 2014 insieme alla compagna marocchina Betty Taoussa e al nipotino di tre anni Nicola "Cocò" Campolongo, aveva manifestato l'intenzione di pentirsi in una lettera inviata alla moglie. Iannicelli era stato condannato perché ritenuto a capo di un gruppo di spacciatori operanti nella Sibaritide. Della lettera gli investigatori non avrebbero, però, trovato traccia.
A parlare della lettera misteriosa sarebbe stato il fratello di Giuseppe Iannicelli, Battista che, secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Sud, avrebbe riferito questo importante particolare agli inquirenti che indagano sul “clan degli zingari" cosca spietata attiva nella zona di Cassano allo Ionio e Corigliano Calabro. Le sue dichiarazioni sarebbero agli atti dell'inchiesta che nei giorni scorsi ha portato a 33 fermi eseguiti dalla Guardia di Finanza.