È stata attesa vent’anni la sede del nuovo commissariato a Castrovillari. Due decenni di lotte sindacali vissuti tra una burocrazia anacronistica e un dialogo spesso difficile con gli attori istituzionali. Ma finalmente dopo mille lungaggini la nuova sede – già operativa da qualche mese – sarà inaugurata giovedì 23 luglio alla presenza del capo di Polizia, Franco Gabrielli, del prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio e del questore della Provincia di Cosenza, Giovanna Petrocco. Una giornata particolare che porterà con se anche il ricordo di alcuni agenti caduti nell’espletamento del loro servizio: in particolare la Sala riunioni del Commissariato di Ps verrà intitolata alla memoria dell'Agente scelto Matteo Demego e dell'Agente Pierluigi Rotta vittime del dovere, mentre la strada di accesso alla struttura verrà dedicata alla memoria dell'Agente scelto della Polizia di Stato, Emanuela Loi vittima di mafia.

 

Un risultato che il segretario generale provinciale del Siulp, Ezio Scaglione, ed il segretario generale provinciale aggiunto, Ruggiero Altimari, salutano con «grande orgoglio e soddisfazione». Il più grande sindacato italiano di Polizia si è intestato da sempre la battaglia per il riconoscimento di una sede operativa degna di questo nome che desse dignità al lavoro di tanti colleghi. «Abbiamo creduto nel progetto sin dal primo istante intraprendendo un percorso pieno di ostacoli» – affermano Scaglione e Altimari – reso ancora più complesso da «dure lotte politico-sindacali e una burocrazia anacronistica, ma finalmente possiamo dire che la nostra testardaggine e il non aver indietreggiato di un millimetro ci ha portato ad ottenere, una sede moderna, ideata e realizzata con le caratteristiche consone per un Ufficio di Polizia, dove finalmente i colleghi possono operare con dignità in un luogo di lavoro nel rispetto delle normative vigenti e dove i cittadini-utenti saranno degnamente ospitati».

Ma dopo aver raggiunto questo importante traguardo inizia già la seconda fase, che li ha portati a parlare del rischio di avere una bella scatola che ora va riempita di «contenuti». Per rendere un Commissariato di Pubblica Sicurezza efficiente ed efficace «è necessario riempirlo di uomini e i mezzi, in primis servono i poliziotti e in modo particolare gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria che consentano lo sviluppo delle attività in un territorio ad alta densità criminale».

 

Il commissariato di Castrovillari vanta una giurisdizione di 39 comuni ricompresi tra Laino, Tarsia e la fascia jonica della sibaritide da Cassano allo Ionio a Rocca Imperiale, con una popolazione residente di circa 128.000 abitanti. «Un presidio di Polizia ha l’obbligo di fronteggiare con efficacia la criminalità organizzata e non solo, per far si che gli investitori guardino a quest’area del nord della Calabria con fiducia e garanzia in termini di sicurezza, con ricadute economiche fondamentali per le popolazioni, dove c’è sicurezza c’è sviluppo». Senza dimenticare che un presidio di legalità oltre ad occuparsi di prevenzione e repressione dei reati, si occupa anche ordine e sicurezza pubblica, di sociale, di pratiche amministrative, attività che «con l’attuale organico non si è nelle condizioni ottimali di poterle svolgere adeguatamente» aggiungono i rappresentanti del Siulp. Per questo la richiesta pressante è che ora il Commissariato nuovo di zecca « venga portato a regime in termini di uomini e mezzi». Alle porte infatti ci sono i pensionamenti di molti degli attuali poliziotti in servizio e se non ci saranno presto nuovi rinforzi non si potrà trasferire quel bagaglio di conoscenze ed esperienze alle nuove generazioni.

 

L’intitolazione di alcuni spazi della nuova sede operativa della Polizia si porta dietro il ricordo di alcuni colleghi. Il prefetto Gabrielli ha accolto la richiesta proprio del Siulp di intitolare la sala riunioni ai compianti agenti della Questura di Trieste, Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. Una scelta per raccontare alla nuove generazioni i «veri valori» che accomunano le forze di Polizia. «Donare la vita per difendere le fondamenta della democrazia per noi è una scelta di vita, le nuove generazioni devono comprendere che la libertà di cui oggi godiamo è frutto del sacrificio dei nostri avi e che non è tutto scontato nella vita, che la Polizia di Stato e le Forze dell’Ordine in generale sono a salvaguardia del rispetto delle regole in favore del vivere civile e della democrazia, per la quale i colleghi che saranno ricordati con l’inaugurazione del Commissariato, purtroppo non gli unici, hanno dato la vita». Ma oltre agli uomini ed i mezzi, per sconfiggere le mafie, serve anche «un radicale cambio culturale – concludono Altimari e Scaglione - e per fare ciò abbiamo bisogno di infondere nelle nuove generazioni a partire dalle scuole di ogni ordine e grado, la cultura della legalità di cui noi stessi ne dobbiamo essere l’esempio». Ed il rimando a Giovanni Falcone è d’obbligo: «La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni».