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Sospesi in un non luogo dal quale sognano solo di andare via. Da quando sono partiti, traghettati da scafisti, in fughe da terre distrutte senza futuro, e senza più nemmeno un presente, il loro obiettivo non è cambiato. Anche ora che in Italia ci sono arrivati, dal centro di prima accoglienza nel cuore di Reggio, dove vivono stipati da mesi, i minori non accompagnati rivolgono lo sguardo verso le grandi città del Nord, e oltre, verso l’Europa.
Sono 250 i minori non accompagnati giunti negli sbarchi che negli ultimi mesi hanno interessato la città dello Stretto. La struttura che li ospita si trova nel quartiere Archi, considerato ad altissima densità criminale. Negli stessi locali vivono anche altri 60 adulti. Ma la situazione rischia di scoppiare da un momento all’altro, perché, con l’irruenza della loro giovinezza, i minori ospitati nel centro non capiscono perché non li lascino andare via, a tentare la fortuna, a Milano, a Roma, nelle grandi città europee. Per ora, i loro sogni infranti, rimangono a Reggio. Fra il degrado interno, e quello del quartiere reggino dove vivono le più influenti famiglie di ‘ndrangheta della città, dai De Stefano ai Tegano.
E ora si teme una protesta analoga a quella che nel luglio scorso provocò disordini e panico nel centro di accoglienza, che terminarono solo con la promessa di un trasferimento perle centinaia di minori in protesta. La maggior parte dei quali sono ancora lì, ad aspettare con le spalle rivolte al mare che li ha traditi.