Il ministro dell'interno, Matteo Piantedosi, è arrivato a Catanzaro per presiedere una serie di appuntamenti istituzionali. Il primo è l'inaugurazione della nuova sede del centro operativo della Dia di Catanzaro, allestita in un immobile confiscato alla 'ndrangheta. Successivamente Piantedosi si recherà alla prefettura di Catanzaro dove presiederà una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e le sicurezza pubblica e poi sottoscriverà una convenzione sulla gestione e l'utilizzo dei beni confiscati. In tarda mattinata è previsto un punto stampa del ministro Piantedosi.

La contestuale inaugurazione delle nuove sedi della Dia a Catanzaro, Bologna e Brescia «è la testimonianza - dice il ministro agli Interni, Matteo Piantedosi - della pervasività della criminalità organizzata in tutto il Paese e non solo. Noi oggi siamo a Catanzaro a testimonianza del grande lavoro che viene svolto qui e che come Ministero seguiamo con grande attenzione».

«Dia eccellenza del nostro sistema di Polizia»

Piantedosi poi ha avuto parole di elogio per la nuova sede di Catanzaro che ha un grande valore simbolico visto che è stata realizzata in un bene confiscato alla criminalità organizzata. Proprio su questo punto il Ministro ha voluto rimarcare l’accento.  «La Dia - ha detto - è una delle punte di eccellenza del nostro sistema di Polizia al punto che molto spesso vengono da altri continenti per studiare i nostri sistemi. Non mi riferisco solo all’organizzazione delle forze di Polizia ma anche alla nostra legislazione speciale che noi oggi diamo per scontato e mettiamo in discussione. Una architettura giuridica complessa che ha il suo fondamento nelle vicende storiche di questo Paese. Abbiamo il 41 bis che in questi giorni è al centro di qualche polemica, anche un po’ strumentale, abbiamo le misure di prevenzione patrimoniali che ci permettono di limitare le infiltrazioni nel sistema economico. Su questo punto e questo ruolo della Dia vorrei soffermarmi un attimo. L’azione di contrasto alle infiltrazioni nel tessuto economico, esercitata con il supporto delle Prefetture e attraverso lo strumento delle interdittive è centrale del nostro sistema giuridico. Lo diventa ancora di più in questo periodo in cui il Paese è alle prese con la decisiva sfida del Pnrr. Sotto questo profilo la sfida è duplice: da una parte si tratta di spendere al meglio le ingenti risorse a disposizione; dall’altro mantenere alta l’attenzione per evitare deviazioni nell’utilizzo delle stesse».

 «Auguri dunque - ha concluso il Ministro - alla Dia di Catanzaro, Bologna, Brescia. oggi siamo tutti accomunati da queste inaugurazioni che sono importanti perché l’aspetto logistico ha un peso importante. Ci rivediamo fra qualche tempo per fare un primo bilancio sui risultati raggiunti da questi tre importantissimi presidi».

Rafforzare le strutture di Polizia

«Sono purtroppo fenomeni sui quali stiamo lavorando, le forze di polizia stanno lavorando per l'individuazione dei responsabili». Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, parlando con i giornalisti a Catanzaro, a margine dell'inaugurazione della nuova sede Dia, commentando alcuni fatti di cronaca degli ultimi giorni tra cui il pestaggio di un caporal maggiore dell'Esercito a Roma. «Questo fa sì - ha proseguito Piantedosi - che ci impegna sempre di più a rafforzare le strutture di polizia. Stiamo lavorando anche in termini di rafforzamento sia degli organici sia delle capacità operative. Una sfida molto importante».

«Priorità è la lotta a tutte le organizzazioni criminali»

«La priorità è la lotta a tutte le organizzazioni criminali, la 'ndrangheta è sicuramente una delle organizzazioni criminali più importanti dal punto di vista delle spessore criminale» - ha continuato il ministro. «Quindi sicuramente – ha quindi aggiunto Piantedosi - alla 'ndrangheta vengono destinate e indirizzate le migliori risorse, però la lotta è contro tutta la criminalità organizzata».

«Lo Stato è presente»

«È stata avvertita l'esigenza forte di cercare di rafforzare ancora i presìdi di lotta contro la criminalità organizzata». Lo ha detto il capo della Polizia, Lamberto Giannini. «Una criminalità organizzata – ha proseguito Giannini - che non ha i confini geografici a cui siamo abituati, ma lo Stato è presente e mette in campo professionalità importanti e fa investimenti importanti per questa lotta. Ultima cosa che mi piace sottolineare – ha aggiunto il capo della Polizia - è che siamo qui in un bene confiscato, e quinci un alto valore simbolico che testimonia la presenza dello Stato e la cooperazione tra le istituzioni».

«Dove prima c'era la mafia, ora c'è lo Stato»

«Segnale importantissimo perché dove prima c'era la mafia, c'era riciclaggio, oggi invece c'è la Dia e c'è lo Stato e quindi una ulteriore presenza in questo territorio» - ha ha detto il direttore della Direzione investigativa antimafia, Maurizio Vallone.
«Ancora più importante – ha proseguito Vallone - è il fatto che da sezione questo ufficio viene passato a Centro operativo, e questo vuole dire che viene elevato di livello dirigenziale, avrà più uomini e più mezzi e più possibilità di combattere la criminalità organizzata in un territorio vasto e complesso qual è quello del Catanzarese, del Vibonese e del Crotonese. L'impegno della Dia qui da sempre è notevolissimo, e adesso lo sarà ancora di più: l'inaugurazione e l'elevazione del Centro operativo è un segnale di grande attenzione dell'intero Dipartimento e della direzione della Dia per questo territorio che – ha concluso Vallone - ha necessità di una fortissima presenza per contrastare una criminalità organizzata particolarmente aggressiva e che richiede grande professionalità per contrastarla»-