Continua a non parlare con i giornalisti Fulvio Furci, il medico che dopo aver vinto un concorso – per diventare primario nell’ospedale di Locri – ha rinunciato scatenando polemiche politiche e retroscena misteriosi. «Per rispetto del codice deontologico», così si giustifica in un messaggio l’ortopedico di Cittanova, che rimane in forza all’ospedale di Polistena ma non vuole più percorrere i 50 km che lo separano da quello che fino a 20 giorni fa era il suo nuovo posto di lavoro.

«Ci aveva comunicato di aver vinto con grande entusiasmo», ricorda Francesco Cosentino – amico di infanzia e sindaco cittanovese – che, oltre a difendere la scelta di riservatezza del professionista, ripete quel che ha scritto in un comunicato stampa: «Chi di dovere faccia chiarezza per capire come lui sia passato dalla grinta, nell’affrontare un incarico seppure in condizioni difficile, ad una decisione così delicata». Di più, sulle motivazioni del forfait, l’amministratore non dice ma sembra chiaro che si riferisca – nella sua sollecitazione – al presidente Occhiuto, che aveva chiesto «agli investigatori di sentire Furci», alimentando il sospetto che vi siano state pressioni indebite per farlo desistere.

Cosa che ha fatto l’Asp di Reggio Calabria, che da quanto trapela avrebbe convocato il “vincitore pentito” che, a questo punto, dovrà chiarire anche per sfuggire all’etichetta di antieroe – uomo rinunciatario, medico sotto pressione - che gli è stata cucita addosso. In verità Furci, che dopo la laurea a Pisa lavorò diversi anni in Trentino – tornando in Calabria per aver vinto un concorso all’ospedale di Crotone – non è escluso che dica che in questa storia non c’entra nulla “il non detto”, ovvero che la sua sia stata una decisione dettata dalla comodità di un lavoro vicino casa, senza quelle tossine che il ruolo di “capo” comporta. «Ora non c’è – rispondono nel reparto di Polistena quando chiediamo di Furci –, ha fatto il turno stamattina e ora sta facendo visite a pagamento, nell’area intromoenia, al quarto piano dell’ospedale».

Insomma, il medico continua a lavorare normalmente - «rinunciando ai 1.400 euro in più che prenderebbe da primario», ci dice una fonte che vuole rimanere anonima, mentre nell’ospedale dove è andato solo per poche ore regnerebbero le solite difficoltà. Secondo la graduatoria disponibile sul sito dell’Asp, alla prova finale si sarebbero presentati in due – Furci e il collega Guido Zavettieri – quest’ultimo sarebbe stato facente funzioni fino al giorno in cui il vincitore si doveva insediare. «Ad oggi – conclude il sindacalista Uil Nicola Simone – non sappiamo a chi sia stata affidata la reggenza del reparto».