A denunciarlo in un post è il sindaco della cittadina costiera, Ugo Vetere, che torna nuovamente a sollevare un polverone sulle presunte malefatte della pubblica amministrazione altotirrenica
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«Tutti dobbiamo sapere. Scarta, scarta ho scoperto che il lungomare a Santa Maria è stato realizzato negli anni ottanta da una società in cambio di oneri di urbanizzazione non versati». A scriverlo su Facebook è il sindaco della cittadina altotirrenica, Ugo Vetere, che dopo aver denunciato una clamorosa occupazione abusiva sui terreni demaniali, stroncata poi dalla Procura di Paola, torna ad accusare nuove presunte malefatte nella pubblica amministrazione.
Stavolta si tratterebbe di fatti risalenti a oltre 30 anni fa, difficilmente contestabili oggi dalla magistratura, ma non per questo, spiega il primo cittadino, destinati a rimanere nascosti per sempre.
Lotta alla corruzione
«Già abbiamo trasmesso atti a chi di competenza - continua Vetere -. L'America è finita». La denuncia del primo cittadino santamariese è decisamente in linea con il filone giudiziario che già da tempo sta scuotendo i Municipi della costa tirrenica e che potrebbe riservare altri colpi di scena. L'ultimo cinque giorni fa con gli arresti dell'operazione Merlino, l'inchiesta con cui la magistratura paolana ha decapitato la giunta di Fuscaldo.
Il groviglio degli abusi
Vestire i panni dell'inquirente nella zona del Tirreno cosentino, non dev'essere compito facile, soprattutto se si passa sotto la lente di ingrandimento la Pubblica amministrazione. Sbrogliare la matassa, dopo anni di silenzi e indifferenza, significa ricostruire interi apparati burocratici e relazionali, significa mettere insieme i pezzi di un puzzle che, a ben guardare, potrebbe avere migliaia di altri piccoli pezzi sparsi ovunque.
Ma Pierpaolo Bruni, procuratore capo di Paola dal giugno 2017, non sembra essersi fatto impressionare dal groviglio e all'ultima conferenza stampa ha ribadito la piena volontà di continuare a stanare altri presunti trasgressori della legge tra amministratori e funzionari pubblici.
La "promessa" di Nicola Gratteri
La ricreazione è finita. Lo ha detto più volte e in più occasioni, riferendosi sempre ai lestofanti della Pubblica amministrazione, anche il procuratore Nicola Gratteri, pur senza mai specificare le aree interessate. Dunque, non ci sarebbero solo abusi e corruzione nel settore pubblico, ma anche legami con la criminalità organizzata, dal momento che il magistrato di Gerace è a capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
Alcuni articoli di stampa nel maggio scorso avevano riportato la notizia secondo cui le indagini a tappeto starebbero sfociando in una maxi inchiesta che sarebbe ormai giunta agli sgoccioli.
Il Tirreno cosentino nella morsa della giustizia
Anche la zona del Tirreno cosentino è al vaglio dell'antimafia? Non è dato saperlo, ma pare che Franco Muto, boss cetrarese oggi detenuto nel carcere di Opera, fosse abbastanza "aperto al dialogo" e disposto a tutto pur di infiltrarsi nelle istituzioni. Lo dimostrerebbero l'operazione Plinius del 2013, che investì e azzerò la giunta della città di Scalea, e la relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia che, a pagina 629 di luglio-dicembre 2015, aveva parlato di un «presunto contesto criminale contiguo alla cosca di 'ndrangheta Muto» relativo alla campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2014 di un'altra comunità altotirrenica.
Per saperne di più, non resta che attendere il suono della campanella.