Marco Gallo conosceva bene gli Scalise, li frequentava, aveva acquistato un terreno a Decollatura, era sempre nel loro bar. Così dicono alcune delle testimonianze riportate nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catanzaro Paolo Mariotti, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Pagine e pagine in cui il profilo del presunto killer su commissione viene calato in un contesto specifico. Durante la perquisizione nell’abitazione di Marco Gallo sarebbe stata rinvenuta una foto commemorativa di Daniele Scalise, ucciso nel 2014, e un testamento olografo che destinava a Luciano Scalise il ricavato di una polizza sulla vita stipulata dallo stesso Gallo.  Ritrovamenti importanti che parlano di un rapporto non superficiale. Dai tabulati telefonici sarebbero poi emersi contatti continui con Luciano Scalise, la sua ex compagna e quella attuale. Ma non solo. Gli omicidi – scrive il Gip- sarebbero stati commessi da Gallo «con coscienza e volontà di appartenere alla cosca che accrescevano la soggezione al vincolo associativo mafioso».