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«Ci sono più aspetti da chiarire nella brutta vicenda della telecronaca Rai della tappa calabrese del Giro d'Italia sulla costa tirrenica. Non sono sufficienti le scuse della TV di Stato per aver impropriamente evocato il caso della nave dei veleni, archiviato come inesistente dalla procura nazionale Antimafia nel 2009. Ho intenzione di presentare una interrogazione in Parlamento per chiedere conto dell'accaduto ma anche rivolgermi alla Procura per denunciare la vicenda, intraprendere le necessarie azioni legali e fare luce su tutti gli aspetti». Lo afferma in una nota il senatore del Pd Ernesto Magorno.
«È necessario capire, per esempio - prosegue - chi ha fornito ai telecronisti le false informazioni, chi ha trasferito ai giornalisti Rai le indicazioni su un caso chiuso, con l'evidente fine di gettare discredito su un territorio che con tanta fatica si è tirato fuori da una buia pagina che nel recente passato ha ferito più comunità».
Magorno ha ricordato «gli anni in cui da sindaco di Diamante, insieme a Giuseppe Aieta all'epoca primo cittadino di Cetraro, abbiamo condotto coraggiose battaglie di verità e giustizia anche contro pezzi del mondo calabrese, ostinatamente convinti che il nostro mare custodisse veleni e improbabili segreti. I fatti poi ci hanno dato ragione, ecco perché oggi non accettiamo di rivivere una pagina di umiliazione e falsità».
Il senatore ha inoltre evidenziato come sia «fondamentale che la Rai ripristini la giusta verità dei fatti con una trasmissione riparatoria. Non solo – ha incalzato -, in questa direzione mi spenderò per una grande mobilitazione di tutti i sindaci, le amministrazioni e le associazioni al di là degli schieramenti politici. La Calabria – ha concluso - ha tante fragilità ma trasformare un momento sportivo e di festa nell'ennesima occasione per dileggiare un territorio è inaccettabile».