Le porte sfondate che consentono l’accesso ne fanno l’alcova preferita dei senza fissa dimora. Questo è diventato il Girasole, ubicato a Reggio Calabria nel popoloso quartiere di Sbarre Inferiori. Non un problema nuovo per una struttura da decenni vittima dell’incuria.

Era il 2009 quando il presidente della circoscrizione Antonio Eroi aveva annunciato fondi per rimettere in sesto, già in fase di ristrutturazione e destinato a sede di associazioni per anziani e immigrati. Quello che doveva essere un luogo di integrazione è adesso invece disgregato e devastato dal mancato utilizzo e dall’abbandono, circondato dalle erbacce, infestato dai topi e dagli insetti e soprattutto ricettacolo di abbandono dei rifiuti.

L’ultima denuncia arriva dal Centro studi tradizione partecipazione che, qualche giorno fa, aveva posto uno striscione simbolico all’ingresso del centro per attirare sul problema l’attenzione dell’amministrazione Falcomatà. Lo striscione è durato poche ora, ma la denuncia invece resta. Per l’immobile nel 2017 è stato presentato progetto di ristrutturazione del sito che avrebbe dovuto ospitare la società Hermes e rinascere in pochi mesi.

Ancora oggi però del nuovo edificio non c’è traccia. Come anche del progetto di riqualificazione presentato e pagato. La struttura, nel tempo, è stata saccheggiata e resta adesso come una sorta di cattedrale nel deserto. Infine, il Girasole è stato inserito dalla stessa Amministrazione fra i beni immobili di proprietà comunale alienabili.

Una nuova vita come casa della cultura, luogo d’intrattenimento, con servizi, ampie stanze, uno spazio prezioso in una città che anela vita e movimento, le possibilità sarebbero state centinaia. Ma al momento sono totalmente negate. Anche perché viene il dubbio che ristrutturare costerebbe veramente tanto.