VIDEO | L’agente di polizia penitenziaria rimase ferita alla testa in circostanze poco chiare all’ospedale di Venezia nel novembre 2016. Oggi l’esame autoptico al Riuniti di Reggio Calabria
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È un giorno difficile per la famiglia Trovato, una giornata vissuta con sentimenti contrastanti. Sono passati 26 mesi dall’1 novembre 2016, quando l’agente della penitenziaria originaria di Taurianova rimaneva ferita alla testa nell’ospedale di Venezia. Oggi il corpo di Sissy Trovato è stato sottoposto ad autopsia al Riuniti di Reggio Calabria. Una decisione presa dalla Procura veneta che in un primo momento i genitori di Sissy non avevano compreso. «È l’ennesima giornata difficile per la mia famiglia e le persone che ci sono state vicine in questi anni- ha dichiarato Salvatore Trovato, padre di Sissy – non so cosa potranno riscontrare a distanza di quasi 27 mesi dal ferimento, ma le leggi sono queste e non sappiamo dal punto di vista scientifico cosa possa venire fuori».
Un sacrificio che mamma Caterina e papà Salvatore accettano, anche se a malincuore, sperando che dall’esame autoptico possano emergere elementi utili per fare chiarezza su una vicenda che, a distanza di più di due anni, presenta ancora numerosi punti oscuri. La famiglia Trovato, infatti, non ha mai creduto all’ipotesi di suicidio paventata per lunghi mesi dalla procura di Venezia. Una posizione quella dell’ufficio requirente veneto che aveva portato due pubblici ministeri a chiedere al gip l’archiviazione del caso considerandolo un suicidio. «Speriamo – aggiunge il signor Trovato – che questa volta facciano il loro lavoro fino in fondo. Gli accertamenti che stanno compiendo noi e i nostri legali li stiamo chiedendo dal 2 novembre 2016, ma prima che il caso fosse ripreso dalle televisioni, dalla stampa, sembrava che fosse finito in un punto morto. Adesso hanno ripreso a indagare, ma avrebbero dovuto farlo primo, se mai l’hanno fatto». Tra gli accertamenti tecnici e scientifici che la difesa ha posto all’interno dell’opposizione al decreto di archiviazione e accolto dal gip del tribunale di Venezia ci sono «quelli del dna, sul computer e il telefono di mia figlia. Perché non sono stati compiuti prima?», si domanda Salvatore Trovato.
Adesso la famiglia Trovato, il comitato nato per chiedere verità e giustizia per Sissy, tutti i suoi amici, pretendono dalla Procura di Venezia un’indagine approfondita e che possa chiarire una volta per tutte cosa sia realmente successo quel maledetto 1 novembre 2016. «Il dolore provato dall’1 novembre e che ancora proviamo è indescrivibile – conclude il padre di Sissy – ciò che chiediamo tutti quelli che hanno amato mia figlia è la verità, qualsiasi essa sia. Credo che almeno questo a Sissy e a noi ce lo devono».
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