C'è ancora l'odore acre del fumo attorno alla palazzina. È trascorsa una settimana dall’incendio che ha distrutto una mansarda. La cima dell'edificio è sventrata, ma all’interno sono già al lavoro gli operai, volontari che hanno deciso di rimboccarsi le maniche per rimettere in sesto l’appartamento.

 

Il fuoco e la paura

A Badia di Limbadi, sono arrivati pure i mezzi di una ditta che si è offerta di fare i lavori a titolo gratuito. «Se fosse successo di notte, io e la mia famiglia non avremmo avuto scampo». Ha la voce rotta dall’emozione Pantaleone Condello, lo sguardo rivolto alla mansarda. In quell’appartamento fino a una settimana fa viveva con la sua Manuela e la figlia di 2 anni e mezzo. Poi l’incendio che ha stravolto le loro vite: «Erano da poco passate le sette di sera, mia moglie era in cucina, stava preparando la cena mentre io e mia figlia guardavamo i cartoni in tv. Le finestre erano chiuse. Abbiamo udito dei rumori provenienti dall'esterno, ma non ci abbiamo fatto caso. Ad un tratto abbiamo sentito bussare violentemente alla porta».

 

Seduto a guardare la sua casa bruciare

Era la suocera, che abita al piano inferiore e che allertata dai vicini, ha fatto irruzione in casa mettendo in salvo figlia e nipote. L'incendio proveniva dal balcone. Dalla canna fumaria esterna. Pantaleone insieme al suocero e ad altre persone giunte in soccorso ha tentato di domare le fiamme, ma il fuoco ha avuto la meglio. Ha ustioni sulle braccia e sulla schiena. Ha tentato in tutti i modi di salvare la sua casa, ma si è dovuto arrendere. All'arrivo dei vigili del fuoco non ha potuto fare altro che sedersi sul marciapiede e osservare impotente la sua casa che andava in fumo.

 

Sconforto, rabbia e solidarietà

Lo sconforto è stato tanto, la rabbia pure. Ma poi sono arrivate le pacche sulle spalle. Di parenti, amici, di perfetti sconosciuti che hanno formato un cordone di solidarietà attorno a quel ragazzo di 31 anni e alla sua famiglia. «Ricostruiremo tutto e in fretta. Tra un paio di mesi ritornerete in quell’appartamento». Le parole di incoraggiamento della gente che non sono rimaste lettera morta. Dallo ore successive all'incendio, è infatti scattata una gara di solidarietà. Ognuno ha messo a disposizione ciò che poteva: vestiti, giocattoli, una casa dove abitare. Ma soprattutto operai e mezzi per rimettere nuovo l’appartamento. I lavori vanno avanti celermente e tra un paio di mesi la giovane famiglia potrà tornare nella casa che aveva arredato con tanti sacrifici e amore.

 

Una vera comunità

«Finché avrò vita non smetterò mai di ringraziare la mia comunità per l'aiuto che ci sta offrendo» dice commosso Cosma Di Leo da tanta solidarietà. Gli fa eco sua figlia, Manuela. «Non ce l’aspettavamo tutto questo. Siamo stati invasi da un amore tale che ha trasformato la nostra tragedia in speranza».