VIDEO | Di origini bulgare, il 53enne è stato aggredito nel pronto soccorso di Corigliano. Adesso è ricoverato in una clinica di riabilitazione per cerebrolesi ma i sanitari della struttura non riescono a rintracciare nessun parente
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La luce per Boris si è spenta in un maledetto pomeriggio di maggio, sul quale gravano ancora tanti interrogativi.
L'obolo ai semafori
53 anni, di nazionalità bulgara ma da tempo ormai residente in pianta stabile a Corigliano-Rossano, l'uomo trascorre buona parte delle sue giornate nei pressi dell'ospedale Guido Compagna del popoloso centro jonico cosentino, per lo più chiedendo l'elemosina ai semafori, tirando a campare.
L'imprevedibile aggressione
Quel giorno, secondo quanto riferito dai carabinieri, si era procurato qualche escoriazione a seguito di una caduta e per questo si trovava all'ingresso del presidio sanitario, nella sala d'attesa del pronto soccorso. L'ultimo luogo in cui puoi aspettarti di trovarti all'improvviso di fronte ad un energumeno che si metta a giocare a calcio con la tua testa. Invece è successo.
Fuggito dalla psichiatria
Un 37enne di Cariati ha afferrato il malcapitato Boris e ne ha fatto polpette. Era sfuggito, non si sa come, dal reparto di psichiatria ed era in preda ad un raptus di violenza.
Trasferimento in elisoccorso
Le condizioni della vittima sono apparse subito molto gravi. È stato intubato, sottoposto ad una tac e poi trasferito in elicottero all'Annunziata di Cosenza per il ricovero ugente in terapia intensiva. Lo hanno operato per ricomporre le fratture, ma per le lesioni cerebrali non c'è stato nulla da fare.
L'aggressore è in carcere
Adesso si trova in una struttura riabilitativa specialistica, la Casa di Cura Madonna della Catena di Dipignano, un centro dell'area urbana cosentina. Non si è più svegliato e probabilmente non si sveglierà mai. Respira con l'ausilio di un ventilatore ed è alimentato artificialmente. Il suo aggressore, dopo un Tso ed un periodo di ricovero a Lamezia Terme, è stato adesso arrestato per tentato omicidio e condotto nel carcere di Catanzaro.
Abbandonato al suo destino
Non è chiaro se la vittima del pestaggio abbia parenti. Lo scorso anno era stato ricoverato per una ischemia, i sanitari che lo avevano in cura ricordano di avere in quella circostanza incontrato due persone che riferirono di essere suoi congiunti, forse la moglie ed un fratello. Persone che però attualmente risultano irreperibili. Per questo adesso Boris è solo, abbandonato al suo destino.