VIDEO-INTERVISTA | Dopo i primi attimi di commozione, l'uomo trova la forza di ringraziare quanti si sono adoperati nelle ricerche: «Porto i miei tre amori nel cuore. Date una medaglia ai volontari che l’hanno trovato»
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Una notizia che si aspettava da una settimana, dal giorno di quella maledetta alluvione che ha strappato dal giardino della vita una mamma e i suoi due angeli.
Nicolò è stato ritrovato, il corpicino inerme giaceva sotto una coltre di detriti che l’ha tenuto nascosto fino al giorno dell’ultimo saluto a mamma Stefania e al fratello Christian.
La notizia arriva proprio sul luogo in cui si stanno allestendo i funerali. I parenti, gli amici, tutti sono sconvolti dal dolore. Il papà, Angelo Frijia, sembra non crederci, viene accompagnato subito sul luogo del ritrovamento. Qui un uomo solo di fronte a un destino inspiegabile osserva gli ultimi passi di chi non si è fermato mai nella ricerca del piccolo Nicolò. Qui le mille preghiere lanciate trovano finalmente ascolto.
Anche lui nei giorni scorsi aveva impugnato una pala per tentare di ricongiungere l’ultimo pezzo di una famiglia lacerata, senza perdere mai la speranza, conservando viva in fondo al cuore l’immagine dei suoi amori così come li aveva lasciati.
Oggi, nel giorno dell’addio, l’ultimo tassello ha trovato la sua collocazione, come se un filo invisibile guidato da una mano amorevole avesse tracciato la via per un piccolo conforto in un mare infinito di dolore.
Dopo i primi momenti di sconforto, Angelo trova la forza per ringraziare chi è riuscito a trovare il corpicino di Nicolò: «Porto tutti e tre nel mio cuore. Ringrazio tutti quelli che si sono spesi per me, soprattutto i volontari che hanno ritrovato Nicolò e in particolare Antonio Priamo e Domenico Dedato, dategli una medaglia. Mi sono tolto un peso dal cuore».