Seppur lieve ma si assiste ad un miglioramento dei conti della sanità calabrese. Lo si evince dal verbale dell'ultimo tavolo di monitoraggio interministeriale che verifica lo stato di avanzamento degli adempimenti prescritti nel piano di rientro. Alla data dell'ultima riunione avvenuta il 13 dicembre scorso, infatti, la Calabria fa registrare un disavanzo di 77 milioni di euro. Si tratta del conto consuntivo 2020 mentre al quarto trimestre dello stesso anno il deficit era stato valutato dal Mef in 91 milioni di euro.

Il testamento di Longo

È forse l'unico dato positivo contenuto nel verbale di monitoraggio che rappresenta nei fatti il testamento dell'ex commissario ad acta, Guido Longo, rimosso dall'incarico il 4 novembre scorso al momento della nomina di Roberto Occhiuto; il presidente della Regione chiamato a fornire spiegazioni sui conti della sanità ad appena un mese dal suo insediamento nella qualità di commissario ad acta. A quella data, infatti, non risultava approvato nè il piano operativo covid nè il programma operativo 2022/2023. 

Documenti da rifare

Solo adesso emerge come entrambi i documenti, firmati dall'ex commissario Guido Longo, fossero stati giudicati dai due ministeri affiancanti incompleti. Ad esempio, da Roma si chiedevano integrazioni al piano covid mentre il programma operativo 2022/2023 appariva completamente da riscrivere. Entrambe le documentazioni sono state trasmesse ex novo dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto. A mero titolo d'esempio, nel documento non si faceva alcun cenno alle strategie di utilizzo del contributo di solidarietà del valore di 60 milioni di euro previsto dal decreto Calabria bis, la cui liquidazione era strettamente connessa all'approvazione del programma operativo. 

80 milioni non spesi

Nessuna strategia per l'impiego di ulteriori risorse, previste sempre con il decreto Calabria bis, pari a 12 milioni di euro finalizzate all'assunzione di personale sanitario. Sempre a quella data risultavano inutilizzati 80 milioni di euro stanziati dal Governo per fronteggiare l'emergenza covid. La precedente gestione commissariale aveva accantonato il tesoretto in bilancio senza trovare per i fondi un più utile impiego in termini di erogazione di servizi assistenziali in favore dei calabresi.

Assunzione di personale

Un lieve miglioramento si è invece registrato sul fronte delle assunzioni di personale sanitario. Più volte la Calabria è stata richiamata dai ministeri affiancanti per la notevole diminuzione registrata sulla spesa del personale nel corso del 2020. Al II trimestre 2021 si assiste una piccola inversione di tendenza: un incremento del 3%, seppur contenuto rispetto alla media nazionale che si è assestata sul 3,8%. «Questi tavoli, nel rinnovare l’invito a procedere all’adeguamento della dotazione del personale in coerenza con gli atti programmatori, si riservano una nuova valutazione quando i dati saranno maggiormente consolidati i dati» è il monito proveniente da Roma.

Obiettivi ai commissari

Non l'unico per la verità. Un ulteriore monito arriva per l'assenza di monitoraggi periodici sull'operato dei commissari straordinari delle aziende sanitarie e ospedaliere. In particolare, i due ministeri rilevavano lacune, soprattutto, nell'assegnazione degli obiettivi finalizzati allo smaltimento delle liste di attesa e al rafforzamento della sanità veterinaria: «Il piano nazionale di governo delle liste di attesa 2019-2021 prevede il superamento delle criticità sulle liste di attesa quale obiettivo prioritario della valutazione dei direttori generali» si legge nel verbale ma in Calabria l'obiettivo non rientrava tra i compiti assegnati ai commissari.

Decurtazione del 30%

Così come non è mai stata applicata la decurtazione del 30% dell'indennità di risultato ai commissari nel caso in cui l'azienda di riferimento non rispetti i tempi di pagamento. Una tra le falle storiche della sanità calabrese: ancora nel 2020 la percentuale di pagamenti effettuati oltre i termini di legge risulta essere pari al 67% (il 69% nel 2019) con un'andamento da un anno all'altro decisamente invariato. «I tavoli rilevano che tutte le aziende del servizio sanitario regionale calabrese, eccetto l’Ao di Cosenza, non rispettano la direttiva europea sui tempi di pagamento né nell’anno 2020 né nei primi due trimestri dell’anno 2021» si specifica nel verbale.