Il direttore Francesco Bernardo si sarebbe rivolto al segretario dell'ex governatore Oliverio Giancarlo Devona, subito disponibile e dal canto suo interessato a favorire una ditta per l'aggiudicazione di un immobile da locare come ufficio dell'Azienda sanitaria pitagorica
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«Verso Calopezzati, Rossano ho due nipoti geometri, ingegneri ma non c'è niente che date in questi Comuni? Per presentarli tu, magari li presenti e gli danno qualche incarico?» Francesco Bennardo, direttore della unità operativa Gestione Patrimoniale dell'Asp di Crotone era preoccupato per il destino occupazionale di figli e nipoti.
«Dammi nome e cognome»
Si rivolge così a Giancarlo Devona, all'epoca dei fatti segretario particolare dell'ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, che si sarebbe mostrato immediatamente disponibile: «E glieli faccio dare io - risponde - scusa dammi nome e cognome che glieli do io ai sindaci. Tanto me li chiedono sempre e non glieli do mai» specifica consapevole «quanto il funzionario fosse sensibile su questo aspetto».
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Un immobile per l'Asp
Secondo quanto emerge dalle carte dell'inchiesta Glicine le vicende occupazionali del funzionario dell'Asp sarebbero intrecciate a filo doppio alle richieste avanzate da Devona che avrebbe avuto interesse a favorire una ditta per l'aggiudicazione di un immobile da locare come ufficio dell'Asp di Crotone. Turbata libertà degli incanti è l'accusa mossa dalla Dda di Catanzaro e il gip nell'ordinanza cautelare annota come l'episodio sia «ulteriormente emblematico del sistema utilizzato nelle istituzioni pubbliche del comprensorio del crotonese ogniqualvolta si tratta di individuare gli imprenditori da favorire».
Il regista
«Ed anche questa volta, il regista e protagonista dell'operazione è Giancarlo Devona - precisa il gip - all'evidenza in grado di muovere a piacimento, indirizzandoli verso i propri interessi, i soggetti deputati alla scelta dei contraenti della pubblica amministrazione». Alla fine «l'aggiudicazione verrà effettuata in favore della ditta Mazzei, che metterà a disposizione gli stessi locali esclusivamente grazie alla decisiva e collusiva azione di Devona, nonostante alla fine l'ente sarà costretto ad effettuare un annullamento in autotutela per effetto di un ricorso presentato dai controinteressati ed accolto dal Tar Calabria».
I requisiti
«Quello che hai detto tu quella sera sulle barriere architettoniche - spiega Devona al funzionario dell'Asp - ci sono le rampe sia da una parte che dall'altra, l'ingresso così. Che io ci tengo molto» raccomanda e Bennardo risponde: «Vedi quello che devi fare, che faccio io». Si sarebbe trattato di un primo approccio «in prossimità della scadenza del bando». Devona sarebbe andato direttamente nella sede dell'Asp di Crotone «per porre in visione al funzionario la bozza dell'elaborato».
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Il lavoro per la figlia
Successivamente lo avrebbe informato «delle caratteristiche dell'immobile (di Mazzei ndr) perfettamente confacenti a quanto previsto dal bando, evidenziando l'interesse che aveva per l'aggiudicazioni e ricevendo rassicurazioni dal suo interlocutore». E in una successiva telefonata intercettata avrebbe ammesso: «Domani vedo di sistemare la figlio di Bennardo. A me che cazzo me ne
fregava di Bennardo? A me che mi serve? L'importante che serve a noi».
In Regione
E infatti successivamente i due si sarebbero incontrati in un bar e Devona lo avrebbe informato «circa le modalità con le quali intendeva sistemare la figlia, facendo anche il nome del dirigente al quale si sarebbe rivolto che si sarebbe premurato di farle un contrattino». Secondo quanto ricostruito, la destinazione per la figlia del funzionario dell'Asp sarebbe stata la Protezione Civile.
Il lavoro sgradito
In Regione viene censito un incontro durante il quale la ragazza sarebbe stata sottoposta ad un colloquio. «Al termine Devona rassicurava la figlia di Bennardo circa il fatto che avrebbe seguito la sua pratica e che questo primo lavoro, anche se non di suo gradimento, era solo un primo passo per un suo definitive ingresso in Regione».
«Nel frattempo ti regoli questa cosa che me la vedo io poi qua. Una volta che entri, io ti faccio chiamare. Vedi la cosa positiva, quindi puoi andare solo a migliorare. Poi se ci sono altre cose più serie ci regoliamo di conseguenza» avrebbe cercato di rassicurare nonostante le perplessità della ragazza, la quale avrebbe dichiarato di non disporre delle «competenze tecniche ed informatiche necessarie decidendo infine di aspettare una proposta più adeguata alle sue attitudini».
Assenza di requisiti
«Devona, pur rimettendosi alle determinazioni della Bennardo, manifestava la sua assoluta disponibilità a farla assumere anche in assenza di requisiti attitudinali richiesti: "Sì possiamo aspettare. Voglio dire, le opportunità ci sono, regolati tu. Se è una cosa che serve urgente la si fa e ti adegui"». E dopo qualche tempo, il cerchio sembra chiuso: «Quella cosa sta camminando. Tutto a posto, tutto apposto».