Il provvedimento governativo che scongiura un nuovo dissesto è stato adottato a causa del giudizio negativo della Corte dei conti sul tentativo di risanare le finanze. E per i cittadini non cambia nulla: imposte e bollette restano al massimo
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Da un lato le dichiarazioni trionfalistiche del sindaco Maria Limardo, della giunta comunale, dei consiglieri di maggioranza unitamente agli esponenti più importanti di Forza Italia sul territorio (il deputato Giuseppe Mangialavori e il consigliere regionale Michele Comito), dall’altro le dichiarazioni di segno opposto di diverse forze politiche (Noi con l’Italia, Azione, Udc, Italia Viva, Italia nel Meridione, Concretezza, Vibo ed Identità) che parlano invece di un sindaco che sui conti pubblici «mente sapendo di mentire».
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«Con questo decreto – ha dichiarato il sindaco - mettiamo la parola fine al percorso iniziato nel 2013 quando la città è andata in dissesto e suggella il percorso di grande lavoro fatto da questa amministrazione che è fuori dal dissesto». Dal canto suo il deputato di Forza Italia Giuseppe Mangialavori ha affermato: «Da oggi si apre una nuova pagina per la città di Vibo Valentia. Il decreto firmato dal ministero dell’Interno, con il quale si stabiliscono le misure straordinarie per il risanamento del bilancio comunale, pone le basi per guardare al futuro con rinnovata serenità. Un risultato frutto del lavoro serio che questo centrodestra ha portato avanti, tanto a livello centrale quanto locale, sostenendo sempre concretamente il percorso di risanamento tracciato dal sindaco Maria Limardo e soprattutto dall’assessore al Bilancio Maria Teresa Nardo».
Ma come stanno realmente le cose e chi pagherà alla fine i conti in rosso del Comune di Vibo? Vediamo di partire dai fatti. Innanzitutto c’è da chiarire che il decreto del ministero dell’Interno interviene poiché la Corte dei Conti ha bocciato il Piano di riequilibrio presentato dalla giunta Limardo. Il mancato risanamento dei conti pubblici da parte dell’amministrazione comunale ha quindi costretto il ministero dell’interno – così come certificato dalla magistratura contabile – a dover adottare, attraverso un apposito decreto, delle misure straordinarie per il Comune di Vibo, imponendogli di alzare al massimo le aliquote su ogni tributo comunale. Tutto parte, dunque, dalla “bocciatura” da parte della Corte dei Conti del Piano di riequilibrio presentato a suo tempo dall’amministrazione Limardo. E perché tale Piano è stato bocciato (o meglio: non omologato)? Continua a leggere su Il Vibonese