È iniziato oggi davanti alla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura il processo contro l’ex procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla. La seduta, presieduta dal vicepresidente David Ermini, è servita a introdurre le questioni preliminari delle parti, soprattutto quelle proposte dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Ivano Iai del foro di Sassari. Di contro, il procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Giovanni Di Leo, ha respinto tutte le eccezioni avanzate dal legale del magistrato cosentino, riservandosi di produrre i documenti mancanti, come rilevato dall’avvocato Iai in avvio di udienza, relativi agli interrogatori dei pm di Castrovillari, Luca Primicerio e Valentina Draetta, sentiti personalmente dal pg Di Leo.

Processo disciplinare contro Facciolla, ecco quali sono le tre incolpazioni

La fase preliminare del processo disciplinare tuttavia ha fatto emergere quelle che sono le incolpazioni nei riguardi di Eugenio Facciolla. Nel primo caso si tratta di una conversazione telefonica, datata 2016, con Nicola Inforzato, con il quale parlava della sua attività inquirente, come la necessità di sentire un pentito di ‘ndrangheta che avrebbe partecipato ad alcuni omicidi avvenuti negli anni passati in provincia di Cosenza. Verosimilmente – aggiunge il cronista – si tratta dell’ex capo società del clan “Rango-zingari” Franco Bruzzese, interrogato per la prima volta in un’aula di tribunale proprio dall’ex procuratore capo di Castrovillari, quando lo stesso magistrato di Cosenza sosteneva la pubblica accusa nel processo “Tela del Ragno”, svoltosi in primo grado in Corte d’Assise a Cosenza.

Nel secondo caso si tratta di un’incolpazione in cui è citato il giornalista del Quotidiano del Sud, Paolo Orofino, come indicato dal procuratore generale Giovanni Di Leo, con il quale avrebbe voluto mettere a punto una strategia mediatica per screditare le persone che avevano frenato la sua carriera di procuratore capo di Castrovillari, dopo le accuse di corruzione e falso contestate dalla procura di Salerno, che hanno causato il trasferimento presso il tribunale di Potenza con le funzioni di giudice civile.

Infine, l’incolpazione riguardante le comunicazioni con il pm di Castrovillari, Luca Primicerio, che, secondo Facciolla, avrebbe dovuto mettere in atto un’attività d’indagine ai fini personali contro due magistrati del Distretto di Catanzaro, quali Nicola Gratteri e Vincenzo Luberto, trasferito successivamente pure lui a Potenza, a seguito della documentazione inviata a Salerno proprio dall’attuale procuratore capo di Catanzaro.

Le questioni sollevate dalla difesa di Facciolla

L’avvocato, nel corso del suo intervento, aveva rilevato che «la procura generale non ha depositato quello che appartiene al compendio procedimentale. Mancano i verbali resi a sommarie informazioni del dottor Primicerio e della dottoressa Valentina Draetta. La procura generale dovrà chiarire perché non ha depositato tutti gli atti o se la procura di Salerno non ha trasmesso tutti i documenti investigativi».

La seconda questione ha messo in rilievo il tema delle intercettazioni. «Non sono devastato come difensore, ma come persona. Agli atti del fascicolo ci sono un'infinità di telefonate tra me e i miei assistiti, i dottori Facciolla e Lupacchini. Sono conversazioni invasive che ledono il diritto di difesa. Sono intercettazioni illegali, ora la procura generale proceda contro se stessa o contro Salerno. Mi sono posto anche la questione sul fatto di dover abbandonare questa difesa, ma non lo faccio. Chi deve valutare le conversazioni tra il legale e il suo assistito? Chi? La procura di Salerno? A me serve capire perché è stato fatto questo, la procura sapeva in anticipo le nostre mosse». Inoltre, l’avvocato Ivano Iai ha chiesto la sospensione del procedimento disciplinare in quanto ritiene che la vicenda approdata al Csm e quella in corso a Salerno siano strettamente collegate.

La posizione della procura generale della Cassazione

Il procuratore generale d’udienza, Giovanni Di Leo, in merito all’eccezione sull’utilizzabilità delle intercettazioni, ha spiegato di aver riversato negli atti del fascicolo tutto il materiale probatorio arrivato da Salerno. «Credo che sia noto a tutti che non è la procura generale a fare le intercettazioni, ma aggiungo che quello che ha detto l'avvocato Iai è vero. Non ricordo, però, che la procura di Salerno abbia proceduto ad intercettare il difensore. Io su delle fotocopie non posso fare gli omissis, sarebbe stato assurdo. Di conseguenza gli atti come sono arrivati così sono stati messi a disposizione della difesa. In questo procedimento sono stati inseriti i «cd inviati dalla procura di Salerno. Ovviamente le intercettazioni non utili si possono espungere» ha aggiunto Di Leo che ha rigettato, rimettendosi alla decisione della Corte, la richiesta di sospensione del processo disciplinare in quanto «i reati di corruzione, falso e altri fatti di falso, fondati o infondati che siano, non ci interessano in questa sede».

Nello specifico poi il pg Di Leo ha analizzato le tre incolpazioni. «La vicenda Inforzato fa riferimento a conversazioni tra Facciolla e questo soggetto risalenti al 2016, quando i fatti della vicenda penale non erano ancora accaduti». La questione Orofino, invece, «è connessa ai fatti penali, ma si tratta di una vicenda ontologicamente diversa. La ricerca di una sponda mediatica sulla base della quale poter raccontare la propria verità, estrinsecando commenti sull'autorità giudiziaria non del tutto commendevoli, è di valutazione disciplinare».

Infine, la questione in cui è menzionato il pm di Castrovillari Luca Primicerio. «Anche questa vicenda è diversa, perché viene contestato di avere portato un pm dell'ufficio a ricercare per uno scopo personale elementi contro pm dello stesso Distretto, mettendo Primicerio nelle condizioni di commettere un altro illecito. Anche questo è successivo ai fatti di Salerno ed è del tutto autonomo».

Il processo contro Facciolla prosegue

Al termine della camera di consiglio, il presidente della sezione disciplinare David Ermini ha deciso di non sospendere il processo disciplinare in quanto non vi sono incolpazioni direttamente connesse al processo penale in corso a Salerno, e ha ordinato di acquisire nuovi elementi circa alcuni procedimenti istruiti sempre dalla procura diretta attualmente dal procuratore capo Giuseppe Borrelli. Seduta rinviata, dunque, ad altra data.