Dagli atti ufficiali non emergerebbe affatto l’ostilità degli enti lamentata da Gaetano Saffioti a proposito dell’iter per la costruzione della nuova tendopoli di San Ferdinando.


«Neanche gratis mi fanno lavorare», aveva dichiarato l’imprenditore sotto scorta al giornale L’Avvenire, ma nella relazione riservata trasmessa in queste ore dal Comune al ministero degli Interni - per illustrare una procedura portata avanti anche attraverso continue riunioni con i tecnici della protezione civile regionale e con i funzionari della prefettura di Reggio Calabria - si legge in maniera perentoria: «L’incarico alla ditta Saffioti per la fornitura di ghiaia, e relativo trasporto, era a titolo oneroso e non gratuito».


Posizioni opposte che, mentre si allungano i tempi per la realizzazione della nuova area che dovrà ospitare quasi 500 migranti, alimentano un caso che ha fatto sembrare l’ente sanferdinandese – oggi guidato da una terna commissariale dopo lo scioglimento per mafia del Consiglio – protagonista di una macchinazione tesa ad escludere il testimone di giustizia dalla fornitura del sedime ancora da sistemare nella zona individuata.


A Saffioti è stato revocato l’affidamento «a seguito – scrivono i commissari - della presa d’atto della manifestata indisponibilità della ditta ad assecondare la richiesta del materiale».

 

Cio’ che era gratis - C’è da dire che in questa polemica, sollevata mediaticamente dall’imprenditore dopo un precedente articolo dello stesso giornale romano - in cui erroneamente si attestava l’intervento nel cantiere della tendopoli dei mezzi di Saffioti – molto dipende dalla differenza tra “ghiaia” e “misto naturale”, le due tipologie di materiali in un primo momento previsti dai tecnici di Comune e Regione.


A fine luglio scorso il Comune ha richiesto un preventivo a tre ditte, «per la fornitura di 1.600 m3 di “misto naturale” e di 550 m3 di ghiaia».


Tra le imprese che in quella fase si volevano coinvolgere vi era anche quella di Saffioti che, infatti, è l’unica che risponde all’ente.
Nel documento si fa riferimento alla «offerta della sola ditta Saffioti che ha proposto a titolo oneroso la fornitura sia di ghiaia sia di “misto naturale” e di messa in opera con mezzo meccanico».


Un lavoro da pagare, con tanto di preventivo presentato il 29 luglio, per i due tipi di materiali richiesti.


«In data 2 agosto – prosegue la Relazione dei commissari - la ditta ha rimodulato l’offerta cedendo a titolo gratuito la sola quantità del “misto naturale” e ponendo a carico dell’amministrazione l’onere del prelievo e del trasporto dalla “nostra cava” (di Saffioti, ndr) al cantiere».

 

La generosità sui media - E in questa seconda fase che l’imprenditore dichiara, esattamente il 4 agosto e sempre al giornale della Cei, che «il materiale possono venire a prenderlo gratuitamente». Ma in realtà l’ente voleva sia la ghiaia sia il “misto naturale”.


Ferma restando l’intenzione dell’imprenditore di curare con propri mezzi il trasferimento della ghiaia per cui riceveva un corrispettivo, il Comune ha confermato di avvalersi dell’opera onerosa del coraggioso imprenditore e anche di rifornirsi del “misto naturale” che egli voleva cedere gratuitamente, a patto che l’ente andasse a prenderlo a proprie spese.


«Con determina del 2 agosto – prosegue il documento - è stato formalizzato l’affidamento alla ditta Saffioti della suddetta fornitura di 550 m3 di ghiaia. In pari data veniva chiesto alla Regione Calabria (protezione civile, ndr) l’utilizzo di un autocarro per il trasporto del materiale offerto gratuitamente da Saffioti. A seguito dell’impossibilità manifestata dalla Regione, il 3 agosto il Comune avviava opportune indagini volte e reperire presso altri enti – anche Vigili del fuoco e Anas – gli automezzi necessari al prelievo e al trasporto del “misto naturale” offerto gratuitamente, registrando la sola disponibilità dell’Anas, disponibilità che è venuta meno a seguito degli eventi alluvionali».

 

Il nolo da pagare - L’ente alla ricerca del mezzo di trasporto per il materiale meno pregiato tra quello richiesto, mentre per la ghiaia la ditta Saffioti veniva incaricata di procedere per poi pagarsi.


«Pertanto – prosegue la nota trasmessa a Roma - in data 8 agosto è stata richiesto alla ditta Loiacono di fornire un preventivo per il nolo di un mezzo meccanico necessario al carico del materiale che Saffioti cedeva gratuitamente. In pari data è stato inoltrato al Comune il preventivo richiesto per il trasporto. Nell’occasione la ditta Loiacono si è resa disponibile a fornire, anche essa a titolo gratuito – come la ditta Saffioti – la quantità di “misto naturale”. Con determina dirigenziale è stato formalizzato alla ditta Loiacono l’incarico della prestazione del servizio di nolo a caldo con autista di mezzo meccanico per il carico di autocarro per il trasporto del materiale dal proprio cantiere all’area dell’attendamento, peraltro logisticamente prossimo alla zona dell’intervento».


Alla ditta Loiacono in realtà sono stati chiesti due preventivi. Nell’ipotesi che andasse a prelevare il materiale gratuito di Saffioti, o che portasse il proprio materiale che offriva comunque gratis, il costo del nolo era uguale. L’impresa sanferdinandese era tra l’altro impegnata in quei giorni nei lavori di messa in sicurezza della foce del “canale dei veleni” nell’area portuale di Gioia Tauro, essendo iscritta nel registro delle ditte autorizzate a lavorare nel porto, ed era stata chiamata nel vivo dell’emergenza dopo lo sversamento di idrocarburi in mare, il 7 agosto, e per dei lavori coordinati dai tecnici della Regione e dell’Autorità portuale.

 

Le informazioni dalla prefettura - «Ai fini del perfezionamento dell’incarico – prosegue la ricostruzione del Comune -, veniva chiesto alla prefettura di Reggio Calabria informazioni antimafia. A riscontro, la prefettura si riservava di fornire, appena in grado, l’esito delle verifiche avviate, rappresentando che comunque in data 25 ottobre 2012 questa prefettura dava alla ditta (Loiacono, ndr) “informazione antimafia liberatoria”». Vi è da aggiungere che la ditta da tempo ha fatto richiesta di essere inserita nella white list delle “imprese pulite” ed attende l’esito della pratica presentata in prefettura.


Accordatosi per l’arrivo da un sito più vicino del materiale offerto gratuitamente, il Comune ha rammentato al ministero che «permaneva ancora in capo alla ditta Saffioti l’incarico della fornitura a titolo oneroso della ghiaia», e che «nell’occasione è stata chiesta alla ditta Loiacono la certificazione del materiale attestandone la conformità con la qualità richiesta: “trattasi di misto naturale di cava approvvigionato per precedenti cantieri”».

 

L’estate senza ghiaia - Ad agosto inoltrato la ghiaia per cui Saffioti doveva essere pagato non era ancora arrivata nell’area della futura tendopoli. La svolta, in un’estate nella quale gli uffici del piccolo centro sono stati impegnati h24 per la crisi ambientale – con un susseguirsi di riunioni operative alla presenza di tecnici, politici, forze dell’ordine e sotto i riflettori delle tv – è arrivata solo a metà settembre.


«A seguito di vari sopralluoghi effettuati congiuntamente al personale della regione – spiegano gli amministratori nella Relazione - è emersa la necessità di indirizzare il primo quantitativo di misto naturale offerto gratuitamente dalla ditta Loiacono alla sola area esterna all’attendamento, nonché per il rilevato per la zona dei bagni. Tale scelta è stata riconfermata nella sua valenza tecnica nell’incontro del 15 settembre: nell’occasione è stata formalizzata l’esigenza di provvedere agli scali e di procedere alla copertura, solo con ghiaia e non più con misto naturale, per complessivi m3 2000, in luogo dei 520 m3 acquistati dalla ditta Saffioti, con spese di trasporto, e non ancora forniti in quella data».

 

Il no a verbale - In pratica, si scartava la domanda di quel materiale che le ditte erano disposte a offrire gratuitamente, e si optava per la posa sul terreno della sola ghiaia, ovvero l’elemento che Saffioti doveva fornire già dal 3 agosto a titolo oneroso. Delle ragioni tecniche di questo cambio sono perfettamente al corrente gli uffici della Prociv, sollecitati dal direttore Carlo Tansi a fornire ragguagli che smentiscono la combutta che le dichiarazioni di Saffioti sembravano adombrare.


Così nella Relazione viene spiegato l’esito di una riunione terminata a sera inoltrata e tenuta nel municipio di San Ferdinando con i tecnici della Regione: «Venendo meno i presupposti del nolo della ditta Loiacono – proprio per la modifica del materiale richiesto, solo ghiaia – con determina dell’area tecnica si arrivava alla revoca dell’affidamento del nolo degli automezzi a Loiacono. Come emerge dal verbale del 15 settembre, in considerazione che la ditta Saffioti in quella data risultava affidataria a titolo oneroso di fornitura e trasporto di 520 m3 di ghiaia – quantitativo da implementarsi con ulteriori 1500 m3 – veniva contattato nel corso della stessa riunione per acquisire la sua disponibilità alla fornitura dell’intero quantitativo di ghiaia della stessa tipologia, di cui era affidatario, nonché della ulteriore fornitura di soli 50 m3 di ghiaia di tipologia di taglio 6/7. Il predetto rappresentava di non essere in grado di soddisfare né quanto già affidato, di 520 m3, né l’ulteriore quantitativo richiesto pari a 1500 m3, né i 50 m3 di taglio 6/7. Tale circostanza veniva verbalizzata».


Da qui la revoca alla ditta Saffioti dell’affidamento e, nella stessa determina, l’avvio di nuova procedura per affidamento dell’appalto. Gara tutt’ora aperta per poco più di 2000 m3 di sola ghiaia.