La vicenda emerge nell'ambito dell'operazione Ponzi della Procura di Castrovillari. Un 47enne disoccupato sperava di cambiare vita grazie al conseguimento dell'attestato di Operatore socio sanitario. Quando ha capito il meccanismo fraudolento, si è tolto la vita
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Quel corso, F.T. lo aveva frequentato insieme alla fidanzata, da maggio a novembre del 2015. Dodici incontri di due ore ciascuno per un totale di circa 44 ore di lezione, tutte svolte all’interno di una sala nell’ospedale di Trebisacce, attrezzata di sedie munite di ribaltina. 44 ore, neanche il dieci per cento delle mille ore previste dalle norme quale tetto minimo per essere ammessi agli esami per l’abilitazione all’esercizio della professione di Operatore socio sanitario. Come gli indagati siano riusciti ad utilizzare la struttura del Chidichimo per fare i loro comodi, facendo svolgere agli allievi anche qualche tirocinio tra i reparti di lungodegenza e riabilitazione, non è ancora del tutto chiaro. Dovranno spiegarlo nei particolari soprattutto Domenico Pucci, 61 anni di Oriolo, e Antonio Vincenzo Cuccaro, 51 anni di Amendolara, entrambi alle dipendenze dell’Asp ed in servizio proprio nel nosocomio della cittadina jonica. Sono due dei sei soggetti posti in stato di arresto dai carabinieri nell’ambito dell’operazione Ponzi, coordinata dalla Procura di Castrovillari.
Si valuta il reato di istigazione al suicidio
F.T. nell’acquisizione di quel titolo abilitante, aveva riposto tutte le sue residue speranze di poter trovare una occupazione e mettere su famiglia insieme alla compagna. Qualcuno gli aveva fatto credere che con quel diploma tra le mani, avrebbe iniziato subito a lavorare. Aveva 47 anni, quel corso era forse la sua ultima speranza per un futuro migliore. Parte del denaro necessario, lo aveva chiesto in prestito ai propri familiari. Quando ha capito di aver speso i propri soldi per un pezzo di carta straccia, è caduto in una forte depressione. E il 20 febbraio 2016 si è tolto la vita. Gli inquirenti stanno valutando se vi siano gli elementi per contestare il reato di istigazione al suicidio. Questa data costituisce una sorta di sparti acque. Da questo momento in poi, infatti, Edoardo Scavelli, 63 anni di Drapia, e Saverio Epifanio, 42 anni di Acquaformosa, rispettivamente presidente e direttore generale della Scuola Sud Europa di Altomonte, anche loro agli arresti, hanno smesso di convocare i corsisti in ospedale, spostando i (pochi) incontri di formazione all’interno dell’Hotel Miramare, sempre a Trebisacce.
Segnalazioni e denunce
Anche perché intorno alla loro attività si stava sollevando un polverone: nello stesso periodo la Federazione Nazionale Migep, che tra le professioni sanitarie rappresentate annovera anche gli Oss, aveva inviato una nota ai Nas dei carabinieri, per invitarli a verificare possibili irregolarità nelle attività promosse da Sud Europa. La scuola infatti non risultava iscritta nel registro delle imprese di nessuna località italiana, non era accreditata presso la Regione Calabria e nelle locandine utilizzate per reclamizzare il corso figuravano indirizzi di sedi non riferibili alla scuola stessa. A questa segnalazione si aggiungeva poi quella di Antonio Caccuri, segretario provinciale del sindacato Fials. Caccuri aveva chiesto chiarimenti direttamente all’allora direttore generale dell’Asp Raffaele Mauro. In seguito a questa sollecitazione, il 10 marzo proprio Mauro diffondeva un comunicato stampa precisando l’assenza di qualsivoglia autorizzazione a svolgere corsi Oss nel Chidichimo di Trebisacce. La precisazione giunta dai vertici dell'Azienda Sanitaria aveva messo in allarme gli iscritti e le loro famiglie. Ben presto sono cominciate allora a spuntare le querele di alcuni corsisti i quali, subodorando la truffa, si erano rivolti alle forze dell’ordine per recuperare le somme già pagate a titolo di anticipo.
Corsi di formazione evanescenti
I sospetti dei discenti nascevano dal fatto che essi fossero invitati a studiare a casa su alcuni testi indicati dai responsabili della Sud Europa, mentre gli incontri erano molto rari e sicuramente non sufficienti all’espletamento del monte ore previsto dalla legge. Di norma all’atto dell’iscrizione veniva chiesto un versamento di 500 euro, mentre l’intero percorso formativo aveva un costo compreso tra 2.000 e 2.500 euro. Per fugare i dubbi circa la regolarità del corso e la validità del titolo che sarebbe stato conseguito al termine delle lezioni, il 26 febbraio 2016 la Sud Europa ha provato a correggere il tiro e, in un incontro organizzato con i corsisti, ha spiegato loro di lavorare in partenariato con due agenzie accreditate con la Regione Campania, la Sa.Dra. e la Check Up formazione, legalmente rappresentate da Alfonso Sacco, 66 anni di Portici, ed Enrico Novissimo, 42 anni di Napoli, anche loro finiti in carcere, e che per questo non era richiesto alcun accreditamento con la Regione Calabria. In realtà la normativa della Regione Campania non contempla la possibilità di ammettere agli esami di abilitazione discenti che abbiano frequentato lezioni o svolto tirocini fuori regione. Per questo la Sa.Dra. e la Check Up falsificavano i propri registri, facendo risultare che gli iscritti ai corsi organizzati dalla Sud Europa svolgessero la formazione nelle loro sedi. Per completare la documentazione necessaria all’ammissione alla prova d’esame, la Sa.Dra. e la Check Up fornivano poi false attestazioni da cui figurava l’avvenuto espletamento di tirocini all’interno di due strutture sanitarie: la Casa di Cura Villa Angela di Napoli e la Ios Meluccio di Pomigliano d’Arco, entrambe completamente ignare ed estranee al meccanismo fraudolento. Per dare ai corsi una parvenza di regolarità, la Sud Europa aveva anche sottoscritto una convenzione con cinque strutture sanitarie private ubicate in provincia di Cosenza e Crotone, dove in effetti alcuni allievi hanno svolto attività di tirocinio, non valido però ai fini dello svolgimento dell’esame in Campania. Tali tirocini sono stati individuati dagli inquirenti visionando le coperture assicurative accese presso l’Inail in favore appunto dei tirocinanti.
Vittime ignare o consapevoli?
Dei circa 300 corsisti che hanno infine ottenuto l’agognato titolo, superando le prove d’esame a Napoli, la Procura sta valutando le singole posizioni. Molti, dopo aver ottenuto l’attestato hanno poi trovato un impiego entrando in contatto quotidiano con pazienti ricoverati in strutture sanitarie di mezza Italia, senza avere le competenze necessarie per svolgere questo delicato lavoro. I titolari della Sud Europa si sono preoccupati di fornirgli i test oggetto dell’esame con le relative risposte, raccomandando loro di impararle a memoria. I discenti però, erano stati anche istruiti affinché, in caso di esplicita richiesta dei membri della commissione, dichiarassero di aver svolto il loro tirocinio a Villa Angela o alla Ios Meluccio. Dovevano quindi avere una consapevolezza più o meno marcata, degli illeciti commessi dall’agenzia formativa. Chi ha concluso il percorso ha comunque beneficiato dei vantaggi offerti dal possesso di quel diploma. I carabinieri hanno comunque provveduto ad inoltrare una segnalazione a tutti gli enti competenti per bloccare l’utilizzo degli attestati di qualifica professionale conseguiti in maniera fraudolenta e posti sotto sequestro.