Il vetro infranto della sala parto, allo Jazzolino, è il muto testimone della rabbia di un padre che non abbraccerà il suo secondogenito. Un nuovo caso di malasanità? Sarà l’autorità giudiziaria a stabilirlo. La storia, fredda e crudele, racconta di una donna - Maria, 32 anni, originaria di Zambrone e residente a Favelloni di Cessaniti, che giunta al termine della gravidanza, ieri s’era recata in ospedale per una visita di controllo. I medici l’avrebbero rassicurata, ma il cesareo doveva essere rimandato perché - non essendoci anestesisti - non sarebbe stato possibile eseguire in tempi brevi l’intervento. Tornata a casa, stamani, un fortissimo stato di malessere, la corsa in ospedale, il tracciato, il battito del suo bimbo assente. Una notizia devastante, il padre che fuori di sé ha infranto un vetro e sfasciato altre suppellettili.

 

L’avvocato Antonella Natale è il legale della famiglia coinvolta in questa ennesima drammatica vicenda che si consuma in un ospedale vetusto, decadente, spoglio, soprattutto di tutto, anche di personale. Nelle prossime ore, probabilmente, presenterà un esposto all’autorità giudiziaria. Allo Jazzolino giunge anche il parroco di Briatico, don Mino De Pascalis, che unì in matrimonio i genitori della bimba mai nata. Si stringe tra le spalle. Non ha parole. Anch’egli deve capire. Al nosocomio di Vibo Valentia ci sono anche parenti e amici di Maria e suo marito, che si trova in Questura. Sono nella morsa del dolore, non intendono parlare alle telecamere. Si sfogano. Rispettiamo il loro dolore e, con loro, attendiamo che quanto prima anche su questa ennesima drammatica vicenda si faccia piena luce.

 

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